lunedì, Aprile 29, 2024

Strasburgo invita i Paesi europei a non riconoscere l’elezione di Putin

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa esorta all’unanimita’ la comunita’ internazionale a non riconoscere più la legittimità di Putin come presidente e invita tutti i paesi a cessare ogni contatto con lui, tranne che per perseguire la pace e per scopi umanitari, ad esempio per organizzare scambi di prigionieri o per riportare a casa i bambini dell’Ucraina. Lo dichiara il presidente dell’assemblea, il greco Theodoros Rousopoulos. Il gruppo indipendente russo di monitoraggio Golos ha affermato che le elezioni presidenziali vinte da Putin con quasi il 90% dei voti sono state “le più fraudolente e corrotte” della storia del Paese. Secondo Golos, le elezioni conclusesi ieri non possono essere considerate autentiche perché “la campagna si è svolta in una situazione in cui gli articoli fondamentali della costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, essenzialmente non erano in vigore”. “Mai prima d’ora abbiamo visto una campagna presidenziale così lontana dagli standard costituzionali”, ha affermato il gruppo in una nota. Il Ppe invita i ministri degli Affari esteri riuniti oggi a Bruxelles a dichiarare ufficialmente che Vladimir Putin non è il presidente legittimo della Russia e che le cosiddette elezioni presidenziali sono prive di legittimità. Lo chiede il gruppo del Ppe all’Eurocamera in una nota indirizzata ai ministri degli esteri giunti a Bruxelles per il consiglio affari esteri. “Vladimir Putin non può essere considerato il leader del suo Paese. Putin non è un presidente e questo voto non è stata un’elezione”, afferma l’eurodeputata lituana Rasa Juknevičienė, vicepresidente del gruppo e responsabile per gli affari esteri del Ppe. “La posizione dell’Italia è molto chiara e l’ho ripetuto anche durante l’incontro con Blinken: le decisioni della Nato vengono prese da tutti i Paesi della Nato, non c’è un Paese o un gruppo di Paesi che decide per gli altri”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un punto stampa a margine del Consiglio degli Esteri a Bruxelles, rispondendo a una domanda sulla proposta di inviare truppe in Ucraina. “Noi siamo grandi sostenitori dell’Ucraina, siamo pronti a fare ancora di più, sia per gli aspetti finanziari, sia per la ricostruzione, sia per inviare materiale. Però tra questo e dire che mandiamo le truppe a combattere contro i russi c’è una bella differenza, non credo sia un buon messaggio, dobbiamo lavorare per la pace – ha aggiunto -. Non voglio fare polemiche ma credo che l’Europa debba parlare unita e non divisa e che a Putin si debba dare un messaggio di forza”. 

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