venerdì, Novembre 1, 2024

Julian Assange, Londra apre le porte per un nuovo appello: Per ora niente estradizione negli Usa

A Julian Assange è stato concesso l’appello dall’Alta Corte di Londra per evitare l’estradizione negli Usa. Il fondatore di Wikileaks è accusato dagli Stati Uniti di aver diffuso documenti riservati del Pentagono e del dipartimento di Stato contenenti molte rivelazioni imbarazzanti e Washington per questo motivo gli sta dando la caccia da quasi 15 anni. L’istanza della difesa sull’appello, respinta in primo grado, è stata ora accolta e Assange ha un’ulteriore possibilità per evitare di essere consegnato alle autorità giudiziarie statunitensi. L’Alta Corte britannica, nel dare tre settimane di tempo al governo americano per dare garanzie sull’equità di un eventuale processo al giornalista australiano, ha dunque aperto le porte a un nuovo appello di Assange contro la richiesta di estradizione. La Corte si è aggiornata quindi per una nuova udienza il 20 maggio. La Corte chiede agli Usa garanzie sul fatto che il cofondatore di Wikileaks posso usufruire concretamente della protezione garantita dal Primo Emendamento (che protegge la libertà di parola) e che sia esclusa la pena di morte. Richiesto, inoltre, che non sia pregiudicato durante il processo o condanna a causa della sua nazionalità australiana. “Se tali assicurazioni non verranno fornite, verrà concesso il permesso di ricorrere in appello e poi ci sarà un’udienza”, si legge in una sintesi della sentenza. I giudici tuttavia hanno respinto alcuni motivi della richiesta di appello, comprese le argomentazioni di Assange secondo cui sarebbe stato perseguito a causa delle sue opinioni politiche. Dame Victoria Sharp e il giudice Jeremy Johnson hanno quindi messo in programma una nuova udienza il 20 maggio per decidere se gli Stati Uniti avranno soddisfatto le condizioni richieste. La moglie di Assange: “Sbalordita dalla decisione della Corte” Intervenendo fuori dall’Alta Corte britannica, la moglie di Assange, Stella, si è detta “sbalordita” dalla decisione della Corte di ritardare l’appello del marito. Stella Assange ha ricordato, parlando alla folla, che il marito è detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh (dove i due si sono anche sposati) da quasi cinque anni senza accusa, e ha aggiunto che la sentenza evidenzia che Assange “rimane esposto alla pena di morte” “Tuttavia, ciò che la Corte ha fatto è stato chiedere un intervento politico da parte degli Stati Uniti. Lo trovo sorprendente.” Il governo Usa: “Diffondendo documenti riservati ha messo in pericolo vite innocenti” A febbraio, durante un’udienza di due giorni presso l’Alta Corte, l’avvocato di Assange, Edward Fitzgerald, aveva dichiarato che le autorità americane stavano cercando di punirlo per “aver esposto la criminalità del governo degli Stati Uniti su una scala senza precedenti”. Il governo statunitense, dal canto suo, aveva replicato alla difesa del giornalista australiano che le azioni di Assange sono andate oltre il giornalismo, sollecitando, rubando e pubblicando indiscriminatamente documenti governativi riservati che hanno messo in pericolo vite innocenti.

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