domenica, Maggio 5, 2024

La magica musica di Chopin nella passione di Marco Arcieri

di Manuela Biancospino

La musica di Chopin è sempre stata parte integrante della sua vita, anche quando per alcuni anni si è dedicato ad un’altra passione, quella dell’ingegneria, guidando uno studio professionale di successo per la progettazione di opere pubbliche. “Era un’attività che soddisfaceva la mia sete di curiosità: progettare un acquedotto, il restauro di una chiesa o di un palazzo gentilizio mi consentiva di cambiare. Come in musica davanti a un pezzo nuovo”. Ma alla fine il cuore del pianista ha sopraffatto la razionalità dell’ingegnere e Marco Arcieri si è dedicato a tempo pieno alla musica, immergendo se stesso così tanto nella personalità di Chopin e nel suo carattere che, quando ne suona le note, “si sente a casa”. Riconosciuto subito come sensibile e raffinato interprete, Arcieri ha eseguito, come unico solista, la completa opera pianistica di Chopin nel Castello dell’Imperatore di Prussia a Berlino e ha suonato il repertorio Chopiniano in diverse città del mondo tra le quali Amburgo, Madrid, Milano, Roma, Parigi, Londra e Vienna. Arcieri si esibirà il 30 aprile al teatro Olimpico di Roma dove presenterà un vinile doppio ‘Chopin at home’ che sarà disponibile anche sulle piattaforme online. Il ricavato del concerto sarà devoluto alla Fondazione Carla Mercurio E.T.S. che lo impiegherà nell’ambito delle sue attività istituzionali. Il genio polacco non amava i concerti nelle grandi sale e si esprimeva meglio nella dimensione intima, per l’appunto “at home”. Marco Arcieri utilizza lo Steinway per i concerti ma studia i testi musicali sul suo Pleyel del 1845, identico a quello su cui Chopin compose e suonò, restaurato da lui stesso smontando completamente la meccanica, molto diversa dagli attuali pianoforti: “questo mi permette di ascoltare quella musica con le stesse sonorità, colori e timbri che il compositore riceveva al proprio orecchio e al cuore. Così come Chopin descrive il pianoforte come il suo ‘secondo io’, lo stesso vale per me, perché quando mi siedo al pianoforte, divento un tutt’uno con il mio strumento”. Fin da piccolo Arcieri è stato considerato un grande talento musicale, facendo però il percorso alla rovescia: riconosceva sulla carta ciò che già suonava alla tastiera. L’amore per la musica iniziò grazie ad una sua zia che suonava il piano e alla quale chiese di imparare qualcosa senza leggere le note. Memorizzò quindi i Notturni opera 9 numero 1 e 2 di Chopin dall’inizio alla fine, ma lì finiva il suo repertorio amatoriale, così gli trovarono un’insegnante e arrivò quindi il giorno che fu costretto a leggere la musica. Da allora ha compiuto i suoi studi privatamente con alcuni tra i migliori pianisti in Italia e all’estero. “Chopin è una parte essenziale della mia esistenza. Attraverso la musica io vado direttamente ai suoi sentimenti e alla sua anima. Non ho mai voluto sapere niente di lui. Perché dover ricorrere a fattarelli della sua vita o entrare attraverso una porticina sul retro quando ho avuto spalancato il portone d’ingresso per entrare e capirlo benissimo attraverso le sue opere? Non ho mai voluto approfondirne la vita temendo che potesse intaccare la conoscenza della sua anima, espressa tutta nella musica. Non desidero appurare le circostanze per cui scrisse un certo pezzo triste: lo capti quando lo suoni, e tanto basta per amare profondamente l’autore. Alcuni mi chiedono se in qualche modo mi sento la reincarnazione di Chopin. Non credo certo di esserlo, al più sarò stato il suo pianoforte, perché con quello egli era tutt’uno. Non ci si deve sedere al piano per dominarlo, ma immaginare lo strumento come parte di se stesso. Il mio rapporto con Chopin è basato solo sulle opere, non sulla sua biografia”, afferma Marco Arcieri. Ma chi era Fryderyk Franciszek Chopin? Egli nacque in Polonia nel 1810 e morì a Parigi nel 1849, all’età di 39 anni, dopo una lunga battaglia contro la tubercolosi. E’ stato un compositore virtuoso del pianoforte, la sua musica appartiene tecnicamente al periodo romantico, ma il suo lavoro era principalmente più indicativo del lavoro prodotto nei periodi classico e barocco. I suoi compositori preferiti erano Bach, Beethoven, Haydn e Mozart. Chopin era un bambino prodigio, iniziò a prendere lezioni di musica all’età di sei anni e a sette aveva già composto due polacche e cominciato a dare concerti. Ha mantenuto la fama mondiale come musicista di spicco della sua epoca, il genio poetico era basato su una tecnica professionale che non aveva eguali nella sua generazione.

“Tutto ciò che è prevedibile è più noioso, come le persone! E invece la musica di Chopin non lo è mai, sembra sempre che sia improvvisata. Se meravigli te stesso suonando, meravigli gli altri. Mi piacerebbe fare un concerto senza applausi e lasciare la sala da concerto nel silenzio che segue la musica, che non è un silenzio. Dalla tastiera bianca e nera scaturiscono molte emozioni, la musica esprime cose impalpabili. L’aria è incolore, non si può toccare ma si sente. La musica mostra l’invisibile e rispetto alle altre Arti e la più forte sperimentazione sentimentale”. Così Marco Arcieri definisce ciò che essere pianista significa nella sua vita: gioia e forti emozioni.

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