giovedì, Novembre 13, 2025

Meloni: “Difendo il premierato e non sono contraria all’elezione diretta del Capo dello Stato”

Sono passate 24 ore dalla sera in cui sulla poltrona di quella che ormai da anni viene definita la “terza Camera” del Paese sedeva Elly Schlein.
Al suo posto, di fronte a Bruno Vespa, c’è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E in quel confronto a distanza, che sarà il leit motiv della campagna elettorale delle europee e delle amministrative, arrivano gli attacchi alla segretaria Dem, alla sua opposizione, al caso Bari. Ma non può essere solo questa la lettura della sua presenza a Porta a Porta. Emerge un “avversario” politico più vicino a lei, che governa con lei ma che, nel futuro disegno dell’Europa dopo il voto, ha opinioni molto diverse: Matteo Salvini.

L’amico vicepremier
Eppure sono “amici”. Non è un’amicizia che si coltiva unicamente sul tavolo del consiglio dei Ministri ma si sposta su quello da gioco del burraco, frequentato, a quanto dicono lei e Salvini, quando si spegne la luce sugli impegni istituzionali.
Ma ci sono giocate e giocate, e non sembra essere cosa gradita alla premier quella norma “salva-case” che viene letta in chiave elettoralistica e fa l’occhietto a chi ha modificato la propria abitazione senza rispettare la legge. “Non commento una norma che non conosco”, dice lei in trasmissione. Il comunicato del ministero dei Trasporti parla di piccole difformità, tramezzi per dividere una stanza, apparentemente nulla di più. Ma a parte il no comment la premier aggiunge: “Se ognuno alza le sue bandierine, ci ritroveremo la sinistra”. Un messaggio chiaro. Basta fughe in avanti, basta anteporre interessi elettorali a politiche di governo, basta prese di posizione che rischiano di mettere zizzania al governo e aprire nuovi fronti con le opposizioni. Accade a poche ore dal doppio voto che ha detto no alla sfiducia individuale proprio su Salvini e poi su Santanchè, sebbene l’argomento non venga sfiorato nel corso dell’intervista. Poi ampia discussione sui temi “stretti” dell’attualità.

Il voto alle Europee e il rapporto con Ursula von der Leyen
Arriva da Meloni un altro messaggio a Salvini: “La sinistra è in difficoltà – dice – e se vogliamo farle un favore ci mettiamo a litigare e a fare campagna elettorale sulla base delle nostre idee, che sono diverse”. “Ho costruito una doverosa collaborazione istituzionale con von der Leyen – prosegue – perché devo portare risultati a casa per l’Italia. Dopodiché – spiega – le elezioni sono un’altra cosa. Von der Leyen è la candidata del Ppe, io sono presidente dei Conservatori Europei, che potrebbero anche avere un loro candidato alla presidenza della commissione, questa è una decisione che dobbiamo ancora prendere”.
Nulla dice rispetto all’ipotesi di una candidatura italiana, nello specifico su quel nome che torna nella discussione politica di questi giorni: Mario Draghi. Da parte di ambienti di Ecr non c’è una smentita anche se sembra davvero non considerata, al momento, l’ipotesi che l’eventuale candidato alla Commissione possa essere un italiano.

Gli attacchi al Pd
La premier difende la sua riforma del Premierato dagli attacchi delle opposizioni. E attacca il Pd che vorrebbe “un sistema in cui riescano a governare anche quando perdono le elezioni”. Guarda con distacco al tema del ballottaggio e si dice molto attenta a conservare le prerogative del Capo dello Stato. Ma aggiunge una ulteriore possibilità. “Vogliamo introdurre anche la sua elezione diretta? Non solo non ne sarei contraria ma quella era la mia idea iniziale di riforma”. Attacco anche sulla vicenda Bari. “Vogliamo dire che la norma sullo scioglimento dei comuni deve essere riformata perché non adeguata? Posso anche essere d’accordo. Ma non ci possono essere pesi e misure diverse quando l’ipotesi di scioglimento tocca un Comune amministrato dalla sinistra”. Sul caso di Ilaria Salis Giorgia Meloni sostiene che la campagna mediatica e politica messa in atto dalla sinistra rischia di rendere più difficile qualsiasi trattativa col governo di Budapest. In quel Paese come in ogni altro paese democratico esiste lo “Stato di diritto” e l’autonomia della Magistratura”, quindi secondo la presidente del Consiglio la trattativa del nostro governo può avere un esito solo nel momento in cui la sentenza sarà passata in giudicato.

Gli altri temi all’ordine del giorno
Meloni è convinta che sui test psicoattitudinali per l’accesso alla Magistratura proposti nella riforma Nordio “la maggioranza dei magistrati sia d’accordo”. Sul taglio del cuneo fiscale per il prossimo anno parla di conferma anche se bisognerà comprendere lo stato del bilancio. Pur affermando che l’aver definito un rapporto diverso tra fisco e cittadini ha portato a recuperare parecchia evasione: “Non si può dire che questo Governo sia amico degli evasori. Abbiamo difeso anche i lavoratori autonomi, da sempre visti dalla sinistra come lavoratori di serie “b”. Poi la Sanità: “Non è vero che tagliamo la spesa sanitaria” – e spiega che si sta affrontando la questione delle liste di attesa e l’abolizione del tetto per i dipendenti del comparto.

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