martedì, Aprile 30, 2024

Pil Italia: “Nel 2024 crescerà dello 0,6%”

Il Pil dell’Italia dovrebbe aumentare dello 0,6 per cento nel 2024, dell’1,0 per cento nel 2025 e dell’1,2 nel 2026. E’ quanto prevede la Banca d’Italia nelle sue proiezioni macroeconomiche nel triennio 2024-26. L’attività economica beneficerebbe della ripresa della domanda estera e del potere d’acquisto delle famiglie, ma condizioni di finanziamento ancora restrittive e il ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti. Lo scenario, indica l’istituto di via Nazionale, presuppone che il contesto internazionale, seppure incerto, non comporti particolari tensioni sui mercati delle materie prime energetiche e su quelli finanziari. Si ipotizza che la domanda potenziale nei principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane torni a espandersi nel triennio, di circa il 2,5% in media all’anno. Sulla base dei contratti futures, i prezzi delle materie prime energetiche si ridurrebbero gradualmente nell’orizzonte previsivo. I costi di finanziamento per imprese e famiglie rimarrebbero elevati nell’anno in corso per ridursi gradualmente nel prossimo biennio. Si stima che la crescita del prodotto, rimarca Bankitalia, rimanga contenuta nel corso di quest’anno e si rafforzi in seguito, grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera. Rispetto alle proiezioni pubblicate in dicembre, la crescita del Pil è pressoché invariata: gli effetti positivi di ipotesi più favorevoli su prezzi delle materie prime e tassi d’interesse sarebbero in larga parte compensati dal più accentuato rallentamento dell’attività nel comparto edilizio conseguente alla progressiva rimodulazione degli incentivi alla riqualificazione energetica degli immobili. I consumi delle famiglie, indica poi l’istituto, dopo la forte diminuzione registrata alla fine del 2023, sarebbero tornati a crescere nel primo trimestre e continuerebbero ad aumentare in seguito a tassi lievemente superiori a quelli del Pil, beneficiando del recupero del potere d’acquisto. Gli investimenti rallenterebbero marcatamente, frenati dal rialzo dei costi di finanziamento, da condizioni più rigide di accesso al credito e dal ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. L’effetto di questi fattori verrebbe in parte compensato dall’impulso delle misure del Pnrr. Le esportazioni si espanderebbero in linea con l’andamento della domanda estera, mentre le importazioni crescerebbero in misura più contenuta, risentendo della debolezza della spesa per investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti, tornato positivo già nello scorso anno, continuerebbe a migliorare, avvicinandosi al 2 per cento in rapporto al Pil nel 2026. L’occupazione in Italia, in forte aumento nel 2023, continuerebbe negli anni successivi a crescere, ma a ritmi inferiori a quelli del Pil. Il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente portandosi al 7,4 per cento nel 2026, oltre 5 punti in meno rispetto ai picchi toccati successivamente alla crisi del debito un decennio fa.

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