Sono stati invitati tutti a comparire domani pomeriggio davanti ai pm della direzione distrettuale antimafia di Roma. L’ex sindaco di Anzio Candido De Angelis e altri quattro esponenti della maggioranza di centrodestra che nel 2018 vinse, con una percentuale superiore al 55%, le comunali. L’ipotesi degli inquirenti è che dietro quelle elezioni ci sia stata la mano della ‘ndrangheta. Voto di scambio politico-mafioso. I nomi di spicco delle famiglie radicate da decenni sul litorale di Roma – Perronace, Gallace, Madaffari, Tedesco – capaci di spostare consensi sugli amministratori più graditi. Lo dimostrerebbero le intercettazioni telefoniche citate nell’operazione dei carabinieri Tritone. Più di 60 arresti nel febbraio 2022. Di lì a qualche mese i comuni di Anzio e Nettuno vennero sciolti per infiltrazioni mafiose. Proprio negli atti del ministero dell’Interno si legge che è “risultato evidente il sostegno al candidato sindaco poi eletto da parte della criminalità organizzata” e ancora che “sono emersi elementi che fanno desumere stabili rapporti personali e di interesse tra esponenti politici e del clan mafioso”. Indizi che sono alla base dell’inchiesta della Procura di Roma. Secondo quanto trapela un primo fascicolo sul filone del voto di scambio sarebbe stato archiviato. Adesso però sulla base di nuovi elementi sarebbero ripartite le indagini. Non ci sono misure cautelari a carico degli indagati. L’ex sindaco de Angelis raggiunto telefonicamente si dice sereno e sicuro di poter chiarire tutti gli aspetti davanti ai magistrati.