lunedì, Aprile 29, 2024

Omicidio Willy, la vita di Gabriele Bianchi in carcere: “Qui comando io, voi siete schiavi”

“Qui comando io. Io sono il re, voi gli schiavi”. Così avrebbe detto agli altri reclusi Gabriele Bianchi, detenuto per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro nel settembre del 2020 durante un pestaggio, in carcere a Rebibbia. In particolare, Bianchi, secondo quanto riporta la Repubblica Roma, avrebbe bullizzato un detenuto più anziano. Il presunto bullismo nei confronti di un 70enne L’uomo che Bianchi avrebbe preso di mira è un 70enne. Un comportamento che si sarebbe svolto di nascosto dagli agenti della polizia penitenziaria e che avrebbe infastidito gli altri detenuti. Uno di loro avrebbe anche detto a Gabriele: “Potrebbe essere tuo padre o tuo nonno. Lascialo in pace, non puoi comportarti così”. I soprusi si sarebbero interrotti solo quando l’anziano ha lasciato il penitenziario. Insomma, molto sarebbe cambiato dall’inizio della detenzione di Bianchi, quando quest’ultimo e suo fratello Marco avevano riferito di aver ricevuto sputi nella pasta, insulti, minacce e un chiodo nel dentifricio, come era emerso dalla perizia delle intercettazioni effettuate a Rebibbia dai carabinieri. La Cassazione ha disposto l’Appello bis per i fratelli Bianchi su attenuanti generiche Intanto, la prima sezione penale della Cassazione ha disposto un Appello bis per i fratelli Bianchi limitatamente alle attenuanti generiche che gli erano state riconosciute nel primo processo di secondo grado e che aveva portato ad abbassare la condanna dall’ergastolo a 24 anni. Ora i due rischiano nuovamente la condanna del carcere a vita. I supremi giudici hanno, inoltre, reso definitive le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli, gli altri due componenti del branco. La Cassazione ha riconosciuto per i quattro la penale responsabilità per l’accusa di omicidio volontario.

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