mercoledì, Maggio 1, 2024

La Soprintendenza dice no ad autodemolitori alla Barbuta

La Soprintendenza speciale archeologica belle arti e paesaggio del ministero della Cultura si e’ espressa con parere negativo rispetto alla localizzazione di un’area di autodemolizione negli spazi dell’ex campo rom La Barbuta, come da piano previsto dal Comune di Roma. Lo riferisce Emanuela Colella, sindaca di Ciampino, Comune della provincia direttamente confinante con l’area. “Oggi il lavoro svolto in favore del nostro territorio, di tutti i cittadini, della tutela del Parco dell’Appia Antica ci viene riconosciuto: gli autodemolitori non possono essere spostati nel sito della Barbuta – afferma in una nota sui social network. La Soprintendenza speciale del ministero della Cultura sconfessa e si dichiara non favorevole a un’ipotesi, quella della delocalizzazione degli autodemolitori di Roma, che da subito ci ha visti contrari, citando tra le motivazioni le nostre istanze protocollate a gennaio e a marzo 2024. A tal proposito ringrazio la comunita’ di Diritti in Comune e l’associazione Italia Nostra per i contributi a sostegno di questa battaglia. La vittoria che oggi condividiamo – conclude Colella – con tutti i cittadini che ci hanno chiesto di impegnarci per la tutela del decoro e della salute pubblica non e’ certamente definitiva ma ci da’ ulteriore forza per combattere e dare seguito al lavoro che stiamo facendo in difesa del parco e dei cittadini”. Gli assessori capitolini all’Ambiente e all’Urbanistica, Sabrina Alfonsi e Maurizio Veloccia, fanno sapere di aver accolto “con stupore il parere negativo del ministero della Cultura sulla richiesta, avanzata da Roma Capitale, di deroga alle prescrizioni del piano territoriale paesistico della Regione Lazio, per consentire la realizzazione di un impianto di economia circolare per il trattamento dei veicoli fuori uso in localita’ La Barbuta” e che stanno “predisponendo una nota da inviare alla Soprintendente Daniela Porro, con la quale puntiamo a riaprire l’interlocuzione e ottenere la revisione del parere”. In una nota Alfonsi e Veloccia spiegano: “Una proposta che ha avuto fin dall’inizio una complessa fase istruttoria, avviata con una ricerca di aree idonee su tutto il territorio di Roma Capitale che ha portato all’individuazione, come unica soluzione percorribile, dell’area di proprieta’ comunale che ha ospitato negli ultimi 25 anni prima un campo nomadi e poi un villaggio della solidarieta’. Un’area, lo ricordiamo, che e’ gia’ stata pesantemente trasformata rispetto al suo assetto originario con strade, marciapiedi, asfalto e compromessa con i rifiuti, i container e le macerie che oggi sono visibili a chiunque”.  La realizzazione in quel luogo di un impianto, secondo gli assessori Veloccia e Alfonsi, “consentirebbe la gestione avanzata di una particolare tipologia di rifiuto, considerato speciale ai sensi del Dl 152/2006 sulla quale per altro Roma e’ indietro rispetto agli obiettivi fissati dalla normativa nazionale e comunitaria. Inoltre, utilizzare per un impianto un’area gia’ compromessa renderebbe piu’ semplice l’attivita’ di bonifica dei luoghi, restituendo agli stessi una funzione di pubblica utilita’ a servizio della citta’. L’attuazione di questo progetto avrebbe favorito indirettamente anche il recupero di altre aree di pregio della citta’, come il Parco di Centocelle, eliminando gli impianti degli autodemolitori per realizzare anche a Roma, come accade in tutte le altre grandi citta’ italiane, una struttura industriale innovativa, totalmente sicura e senza inquinamento”. Sulla base di queste considerazioni – concludono gli assessori Alfonsi e Veloccia – stiamo predisponendo una nota da inviare alla Soprintendente Daniela Porro, con la quale puntiamo a riaprire l’interlocuzione e ottenere la revisione del parere, che non puo’ non destare sorpresa quando definisce questa area di eccezionale interesse paesaggistico, senza valutarne a pieno l’attuale stato di compromissione e trasformazione. Se cosi’ non dovesse essere, ci aspettiamo che il ministero sia pronto a intervenire direttamente o a mettere a disposizione dell’Amministrazione di Roma Capitale le ingenti risorse necessarie ad effettuare le bonifiche e i ripristini ambientali necessari per risollevare una delle aree maggiormente degradate di tutto il territorio di Roma”.
 

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