venerdì, Maggio 3, 2024

25 Aprile, Di Segni (Comunità ebraiche): “Non è il giorno dei palestinesi”

“Non possiamo sentirci dire che il 25 Aprile è il giorno della liberazione dei palestinesi, su quello si può lavorare altri 364 giorni l’anno. Il 25 Aprile non ci sia violenza o contestazione del valore e del contributo ebraico per la liberazione dal nazifascismo”. Lo dice la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. “Non ci faremo dire da nessuno che noi siamo i nuovi fascisti – aggiunge -. Abbiamo combattuto per la Liberazione con i nostri partigiani e con la Brigata ebraica, nonostante le persecuzioni e il tradimento nei nostri confronti con le leggi razziali”. “I concetti di Liberazione e libertà oggi non sono scontati – osserva ancora Di Segni -. Chiediamo che non vengano nemmeno abusati o dissociati per portarli in altri contesti, contro gli ebrei o contro Israele”. Esprime solidarietà per la Brigata ebraica il presidente dell’Anpi di Milano Primo Minelli, che spiega: “Come abbiamo sempre detto, sarebbe curioso che in una manifestazione antifascista non si esaltasse il sistema democratico. Perciò prendiamo come positivo lo striscione della Brigata che invoca la democrazia. Così come è curioso che uno striscione con la scritta ‘cessate il fuoco ovunque’ inneschi una polemica. Lo dicono tutti, il Papa, l’Onu, non può dirlo l’Anpi”. E, tornando in particolare sulla Brigata ebraica, chiarisce che “parteciperà al corteo. Questo è un fatto importante, perché è una delle brigate che ha contribuito alla Resistenza. Poi, se qualcuno decide di non venire, prendiamo atto delle decisioni dei singoli. Noi siamo contenti che partecipi la Brigata ebraica perché è figlia anch’essa della lotta di liberazione. Abbiamo condannato fin da subito l’assalto del 7 ottobre e il modo barbaro con cui sono state fatte queste cose, abbiamo detto subito che non si devono usare ostaggi per fare guerra”. Al processo Trump, l’accusa afferma che l’ex presidente Usa “ha orchestrato un piano per manipolare le elezioni del 2016” e la difesa replica: “Donald Trump è innocente”. “Questo caso riguarda un’associazione a delinquere”, ha detto il procuratore Matthew Colangelo a New York, spiegando che nel 2015, quando annuncia la sua candidatura, l’esponente repubblicano organizza, con il suo avvocato Michael Cohen e l’editore del National Enquirer David Pecker, “una cospirazione per influenzare le presidenziali nascondendo informazioni negative”. Nella cospirazione sarebbero compresi anche i pagamenti alla pornostar Stormy Daniel perché non rivelasse una sua vecchia relazione con il magnate. “Ho un avviso spoiler che rovina la sorpresa (dell’accusa, ndr): non c’è niente di sbagliato nel cercare di influenzare un’elezione. Si chiama democrazia”. Così Todd Blanche, uno degli avvocati dell’ex presidente americano nel caso pornostar, riguardo alle accuse secondo cui il pagamento del silenzio di Stormy Daniels era un tentativo di influenzare illecitamente le elezioni del 2016. Il legale ha sostenuto che le false accuse che la pornostar aveva avuto una storia col tycoon erano “un tentativo di imbarazzare Trump e la sua famiglia”. Blanche ha quindi attaccato la credibilità di Michael Cohen, l’ex avvocato tuttofare di Trump ora super testimone dell’accusa, definendolo “un bugiardo dichiarato”. Trump “è un uomo, è un marito, è un padre. E’ una persona proprio come voi e proprio come me”, ha proseguito il legale, insistendo nel chiamare il tycoon “presidente”. L’avvocato ha poi contestato il castello accusatorio, sostenendo che “i 34 capi di imputazione sono solo pezzi di carta” e che “nessuno di essi è un crimine”, riferendosi ai 34 assegni con cui, secondo il pm, l’allora avvocato del tycoon Michael Cohen sarebbe stato rimborsato dopo aver anticipato di tasca propria i 130 mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels. “La giuria scoprirà un sacco di ragionevoli dubbi”, ha aggiunto. Dall’Anpi Milano, il presidente Primo Minelli auspica che quest’anno “la manifestazione sia pacifica e senza polemiche” e chiarisce: “Al corteo ci sarà qualche contestazione, qualche fischio alla Brigata ebraica” come accade tutti gli anni. Ma alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione nazionale per la Liberazione fa appello “a smetterla” perché non ci siano contestazioni. E avverte, rivolgendosi ai giornalisti: “Se succede un gesto spropositato lo dovete dire, ma non costruite interi articoli su un unico gesto. Qualche contestazione credo che ci sarà. Ci sono figure ingovernabili da parte di tutti. Spiace che il gesto inconsulto di 10 o 20 persone sporchi una manifestazione con 100mila persone”. L’Anpi interviene anche in merito alla bufera che si è scatenata sul monologo di Scurati censurato su Rai 3 e Minelli precisa: “Sicuramente lo leggeremo. Su chi lo farà stiamo facendo un ragionamento con il sindaco. Il discorso sarà letto in tutte le piazze d’Italia, ci mancherebbe che non lo facessimo anche noi”.

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