martedì, Maggio 7, 2024

Ardea celebra il 25 aprile… del 1943. Gaffe del Comune sull’atto ufficiale

Errare è umano. E sicuramente quanto scritto nell’ordinanza è frutto di una svista, ma fa comunque sorridere. Il Comune di Ardea ha promosso un programma di celebrazioni per la festa della Liberazione, che però per chi ha scritto l’ordinanza risale al 25 aprile 1943, due anni prima dell’effettiva liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il 25 aprile 1945. Una gaffe che non ha volontà alcuna di revisionismo storico, un lapsus con un 25 e un 1943, ma un altro mese, luglio, quando effettivamente ci fu un altro tipo di liberazione, quella dal fascismo con la caduta di Benito Mussolini sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo. La speranza è che chi leggerà l’atto pubblicato all’albo pretorio del Comune di Ardea si farà semplicemente una risata e non inizierà né a insultare l’autore materiale dell’atto – che è un lavoratore e come tale solo chi non fa non sbaglia – né a gridare allo scandalo, all’ignoranza, alla volontà del Comune di cancellare una data importante per l’Italia. È un errore, appunto: una gaffe su cui il prossimo anno l’autore dell’atto farà più attenzione. Un po’ quello che è successo a Pomezia, dove l’Anpi ha polemizzato sulla con l’amministrazione comunale di centrodestra per aver concesso piazza Indipendenza all’associazione Coloni fondatori per celebrare il compleanno della città, concedendo all’Anpi piazza San Benedetto, altra piazza importante di Pomezia. Il caso ha addirittura prodotto una interrogazione parlamentare. “Il fatto che la sindaca e la sua amministrazione abbiano deciso di anteporre la celebrazione della fondazione di Pomezia a quella della Festa della Liberazione – festività nazionale – trasferendo la celebrazione del 25 aprile in una piazza decentrata e distante dal luogo di maggiore aggregazione cittadina, esprime chiaramente, a parere dell’interrogante, la volontà di sminuire il valore di una festa che è patrimonio comune di tutti gli italiani e tutte le italiane, mostrando aperta ostilità rispetto ai valori fondanti della Costituzione italiana nata dalla Resistenza al nazifascismo”, si legge nell’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata Francesca Ghirra.

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