sabato, Maggio 18, 2024

Gaza, un funzionario di Hamas: posizione su proposta di accordo “è negativa ma possiamo continuare a negoziare”

Un alto funzionario di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato che “la posizione dell’organizzazione sull’attuale documento negoziale” con Israele “è negativa”. Se lo Stato ebraico lancerà un’operazione di terra aggressiva a Rafah, “i negoziati verranno interrotti perché la resistenza non negozia sotto il fuoco nemico”, ha avvertito. Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa per una tregua come “una trappola”. Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 che cita una fonte vicina a Sinwar, secondo quanto riferisce il Times of Israel. Secondo Sinwar, “la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie”. La fonte ha riferito a Channel 12 che Sinwar sarebbe riluttante in quanto l’accordo non garantisce la fine della guerra e afferma anche che i recenti commenti a favore dell’intesa da parte dei leader di Hamas in esilio sono privi di significato in quanto non parlano a nome del gruppo. I leader di Hamas stanno studiando la proposta di cessate il fuoco avanzata dai mediatori egiziani e sperano di rispondere entro giovedì. È quanto riferisce Hamas in una dichiarazione inviata ad Associated Press. L’attuale round di colloqui per una tregua fra Israele e Hamas sembra essere serio, ma le parti rimangono distanti su una questione chiave: se la guerra debba terminare o meno nell’ambito dell’accordo. Ribadendo le loro posizioni di fondo, i vertici di Hamas hanno detto che stanno lavorando a una risposta alla proposta che porti alla fine delle operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza, alla consegna degli aiuti umanitari tanto necessari e all’inizio della ricostruzione del territorio devastato, nonché alla liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas in cambio di prigionieri palestinesi. Lo Stato ebraico, nel frattempo, ha riaperto il valico di Erez con il nord della Striscia dopo circa sette mesi dalla sua distruzione per l’attacco del 7 ottobre, una mossa sollecitata dagli Usa per portare più aiuti all’enclave palestinese. Intanto, il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha reso noto: “Come Turchia, abbiamo deciso di prendere parte nel caso (per genocidio) presentato dal Sudafrica contro Israele alla Corte di Giustizia internazionale” dell’Aia.

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