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sabato, Luglio 27, 2024

Ardea, carabiniere si separa dalla moglie, il Tar: lei e i figli resteranno nell’alloggio di servizio

È una sentenza particolare quella del Tar riguardo a un carabiniere che fino a poco tempo fa era in servizio ad Ardea. Dopo la separazione, moglie e figli potranno restare nell’alloggio di servizio di Ardea mentre al carabiniere, nel frattempo trasferito altrove, andrà dato un ulteriore alloggio. l Comando Legione Carabinieri Lazio ha avviato nel 2020 il recupero, in via amministrativa, dell’alloggio di servizio assegnato nel complesso della Caserma di Ardea a un graduato dell’Arma. Questi infatti era stato trasferito ad altro incarico e località. Il carabiniere aveva adibito in precedenza l’alloggio a residenza della propria famiglia composta da due figli minori e dalla moglie. Nel frattempo però si era separato legalmente davanti al Tribunale di Velletri. Il giudice, con provvedimenti risalenti al 2017, aveva disposto che i minori rimanessero con la madre nell’abitazione coniugale costituita appunto dall’alloggio di servizio di Ardea. Nel giugno 2020, il Comando ha intimato alla moglie separata del Graduato, di sgomberare l’immobile, lei e i figli, perché occupato “senza titolo”. «È evidente invece come un titolo sussista e sia idoneo a paralizzare il tentato recupero dell’immobile attraverso l’esercizio di poteri amministrativi direttamente esecutori», spiega il tribunale amministrativo. «Il titolo è infatti rappresentato dal provvedimento giudiziale, prima provvisoriamente esecutivo e poi consolidato (nel 2021) in una sentenza, con il quale il Tribunale di Velletri nell’ambito del giudizio di separazione legale ha disposto l’assegnazione alla sig.ra -OMISSIS-dell’alloggio di servizio, quale casa coniugale nella quale si era realizzata l’aggregazione della famiglia, avendo, tra l’altro, in motivazione ritenuto espressamente prevalente l’interesse dei figli minori su quello pubblicistico al recupero del bene». Dunque nessuno potrà mandare via la donna e i due figli dall’alloggio pagato dallo Stato. «Resta salva la vigilanza dell’Amministrazione sulla persistente destinazione dell’immobile a casa familiare a tutela dei figli minori non economicamente indipendenti e, quindi, il potere della stessa di chiedere e ottenerne il rilascio quando tale destinazione dovesse cessare».

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