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mercoledì, Giugno 12, 2024

Fatture false per 100 milioni, undici arresti. Nel mirino imprenditori e professionisti

Beni mobili e immobili per un valore sino a 25 milioni di euro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che stanno contestualmente eseguendo un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta degli uffici di Roma e Torino della Procura Europea (Eppo), nei confronti di 11 persone fisiche – tra imprenditori e professionisti – indagati per associazione a delinquere finalizzata all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché all’auto-riciclaggio. Il provvedimento costituisce l’epilogo di indagini delle Fiamme Gialle del 1° Nucleo Operativo Metropolitano della Capitale che hanno fatto piena luce su una frode all’Iva, che ha causato un ammanco per il bilancio dell’Unione Europea e dello Stato quantificabile in oltre 25 milioni di euro, smascherando l’attività illecita di un sodalizio criminale, che – strutturato in maniera verticista, con la partecipazione e l’ausilio di compiacenti professionisti contabili e che comunicava al suo interno con l’utilizzo di diverse tipologie di comunicazioni criptate non tracciabili – aveva costituito numerose società ‘cartiere’, intestate a soggetti prestanome, prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze – che venivano fittiziamente interposte negli acquisti di prodotti elettronici da paesi dell’Unione Europea da parte di imprese nazionali, assumendosi l’integrale debito Iva, che non veniva mai versata all’Erario. Grazie all’evasione dell’Iva, è stato possibile piazzare sul mercato articoli a prezzi più bassi, determinando una sensibile alterazione della concorrenza. Gli elementi raccolti hanno permesso di ottenere dal Gip l’emissione del provvedimento cautelare personale (tutti e 11 agli arresti domiciliari, dei quali 5 destinatari anche della misura dell’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese e degli enti per dodici mesi), nonché il sequestro preventivo – sia in forma diretta che ‘per equivalente’ – di cespiti e quote societarie per un valore pari al profitto acquisito dal gruppo criminale, nella disponibilità delle 11 società coinvolte e degli indagati.

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