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mercoledì, Giugno 12, 2024

Maltempo in Nord Italia, è ancora allerta: allarme rosso in Veneto

Il maltempo sferza il Nord Italia. Temporali, nubifragi, esondazioni, frane e smottamenti hanno riguardato diverse regioni. La Protezione civile del Veneto ha diramato uno stato di allarme ‘rosso’ valido fino alle 14 di domani in gran parte del territorio regionale. Le previsioni meteo indicano per il pomeriggio una nuova fase di precipitazioni diffuse e in spostamento verso nord-est. Per questo raccomanda di vigilare particolarmente anche gli affluenti dei fiumi Brenta, Bacchiglione, Retrone, Alpone, Chiampo, Fratta-Gorzone, l’Adige e quelli del Veneto Orientale (Monticano, Meschio, Livenza Tagliamento). In stato di criticità idraulica con allarme rosso sono i bacini dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone e Basso Brenta-Bacchiglione; in stato di preallarme arancione il bacino del Livenza, Lemene e Tagliamento. L’unico ‘verde’ è l’Alto Piave. Criticità idrogeologica e stato di allarme rosso invece nei bacini del Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige, Basso Brenta-Bacchiglione, Basso Piave, Sile e bacino scolante in laguna di Venezia. Stato di preallarme arancione in tutto il resto dei bacini regionali. L’allerta idrogeologica per temporali in tutti i bacini idrografici del Veneto è massima ad eccezione, anche qui, dell’Alto Piave bellunese. E’ allerta arancione invece su parte di Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Gialla su Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e su parte di Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Il Centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione Lombardia ha confermato anche oggi l’avviso di criticità arancione (moderata) per rischio idrogeologico e rischio idraulico a Milano. Le piogge continuano a cadere copiose sulla città e sui territori a nord e nord-est percorsi dai bacini del Seveso e del Lambro. La vasca del Seveso è stata in parte svuotata per consentire, qualora le piogge lo rendessero necessario, di tornare a riempirsi delle acque del fiume Seveso per scongiurare esondazioni in città. Il Centro operativo comunale (Coc) della Protezione civile è attivo per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi e per coordinare gli interventi. Durante l’allerta meteo si invita a non sostare nelle aree a rischio esondazione dei due fiumi, in prossimità dei sottopassi, sotto gli alberi e le impalcature di cantieri, dehors e tende. È importante provvedere alla messa in sicurezza di oggetti e vasi sui balconi e di tutti i manufatti che possono essere spostati dalle intemperie. A Milano non era mai caduta tanta pioggia come nella giornata di ieri. Un record, per il capoluogo lombardo, che non si registrava da 170 anni, come ha spiegato l’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli. Ieri si sono infatti registrati 120-130 mm localizzati di pioggia in un solo giorno. Il record era 98, era stato toccato nel 1990. In Veneto continua il lavoro delle squadre dei Vigili del fuoco per il maltempo che ha colpito la regione. Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, che ieri sera ha comunque attivato il Centro operativo comunale della Protezione civile, fa appello ai suoi concittadini in vista del peggioramento delle precipitazioni sulla città. “È atteso un nuovo peggioramento del meteo con nuove piogge, probabilmente meno intense di quelle che stanotte ci hanno sorpreso per intensità e quantità – ha dichiarato Possamai – ma ho chiesto ai cittadini di mettere in sicurezza i loro beni, di evitare gli scantinati e di evitare di avvicinarsi a fiumi e torrenti in tutte quelle zone che potrebbero andare di nuovo sotto. Dovremo stare in guardia almeno fino alle ore 21 di stasera”. Poco prima dell’alba i soccorritori hanno raggiunto con un gommone un senza tetto che si trovava in una zona completamente allagata in città e che era sommerso fino alla vita. Un altro intervento ha riguardato una donna rimasta isolata con la propria bambina sempre in città che è stata evacuata con un gommone da rafting e portata al sicuro. All’opera ci sono 10 squadre impegnate in città, a Isola Vicentina, Pojana Maggiore, Noventa Vicentina, Schio, e Costabissara. Ai vigili vicentini si sono aggiunte squadre di volontari da Thiene e Recoaro e una squadra del comando di Rovigo. Inoltre, data l’emergenza, tutto il personale è stato richiamato in servizio, anche anticipato. Due carabinieri in servizio a Schio (Vicenza) si sono immersi nelle acque torrenziali, portando in salvo due donne rimaste bloccate in un’utilitaria. Poco prima della mezzanotte di ieri, le due donne hanno chiamato il 112 implorando aiuto: le acque torrenziali avevano invaso la strada e un mare di acqua e fango aveva investito la loro autovettura, raggiungendo rapidamente l’altezza dei finestrini. I due carabinieri, una volta giunti sul posto, hanno deciso di sfidare le basse temperature dell’acqua e di farsi largo attraverso fango e detriti, vincendo la corrente: raggiunta l’auto e tranquillizzate le due donne, sono riusciti a estrarle dai finestrini, portandole in salvo caricandosele in braccio. Stamane le due donne hanno telefonato alla compagnia di Schio ringraziando l’arma e i due militari con voce spezzata dall’emozione. Particolarmente colpite dal maltempo anche le province di Verona e Padova, nei comuni di Montagnana e Casale di Scodosia. A Soave (Verona) alcuni automobilisti bloccati in un sottopasso allagato sono stati soccorsi dai sommozzatori del Corpo nazionale. Due ponti sono crollati a Malo (Vicenza) e tre argini hanno ceduto a Isola Vicentina, Castelnuovo e tra Zimella e Cologna Veneta (Verona). Per sicurezza sono state interrotte le linee ferroviarie da Vicenza verso Padova, Treviso e Schio. L’annuncio del presidente della regione Veneto Luca Zaia che sta monitorando la situazione dalle sede della Protezione civile regionale: “Questa è tecnicamente un’alluvione che a metà maggio, onestamente, non ce l’aspettavamo proprio. Non si ricordano fenomeni come questo in tale periodo. Abbiamo aperto tutti i bacini di laminazione. Ieri sera non pensavamo che la situazione si sarebbe evoluta in tale modo. Quindi abbiamo ufficialmente istituito l’unità di crisi e dichiarato lo stato di emergenza”. Zaia ha ricordato che “quando ci siamo accorti che il fenomeno stava diventando molto importante, abbiamo deciso di aprire tutti i bacini, nel corso della notte. È la prima volta che lo facciamo”, così “si è evitato un disastro”. “Non tutti i bacini dipendono dalla Regione, solo quelli più grandi sono di nostra competenza” ha sottolineato l’assessore alla protezione civile Gianpaolo Bottacin, aggiungendo che “la rete minore della Bassa Padovana è quasi al limite” e una parte è gestita dai consorzi di bonifica. I bacini di laminazione attualmente sono al 50% della loro capacità, la maggior parte (Trissino, Montebello, Orolo, Caldogno e Trissino) si trovano in provincia di Vicenza, a parte Colombaretta (Verona). Aperto anche l’ultimo inaugurato venti giorni fa, il ‘Diaz’. “I bollettini di allerta? Sono delle previsioni che come tali possono cambiare nel corso anche di poche ore, non sono certezze assolute”, ha risposto il presidente della Regione alle polemiche sugli avvisi emanati ieri dalla Protezione civile regionale del Veneto che segnalava dapprima uno stato di attenzione ‘giallo’ poi tramutatosi in ‘arancione’ solo in tarda serata, circostanza che per molti avrebbe portato a una sottovalutazione della gravità del fenomeno. Per i critici bisognava emanare subito lo stato d’allerta ‘arancione’ già dal primo pomeriggio di ieri e non aspettare ore dopo.

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