venerdì, Novembre 1, 2024

Roma, Chef Rubio aggredito e mandato all’ospedale: “Sono stati i terroristi sionisti”

“Mi hanno aspettato fuori casa in sei, mi hanno massacrato di botte, hanno bloccato il cancello elettrico”. Così, nella notte, in un video pubblicato su X, Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio ed ex rugbista, ha mostrato i segni del pestaggio, presentandosi ai suoi follower con il volto sanguinante e l’occhio tumefatto. “Terroristi. Questo sono gli ebrei sionisti”, ha aggiunto, postando anche foto dei danni fisici e materiali subiti (come i vetri rotti dell’auto e il cancello della abitazione divelto), mentre rientrava a casa, a Frascati (Roma) e collegando il movente delle botte al suo essere da sempre pro-Palestina. “Potete massacrarmi ma tanto non mi piego”, ha aggiunto il cuoco e attivista. L’ultimo post su X è di uno Chef Rubio sorridente al pronto soccorso dell’ospedale dove si è fatto medicare le ferite alla testa. Sul volto evidenti le conseguenze di colpi ricevuti, soprattutto all’occhio destro. Al momento lo chef attivista pro-Palestina non ha sporto denuncia alle forze dell’ordine. Nei mesi scorsi Chef Rubio era finito sotto inchiesta per post antisemiti e istigazione all’odio razziale. E’ stato anche fermato dalla polizia nel Giorno della Memoria con una tanica piena di sangue mentre andava a un sit-in contro Israele. “Questa è la natura dei sostenitori della ‘più grande democrazia del Medio Oriente’. Questi sono coloro che difendono il genocidio del popolo palestinese. Un nostro grande abbraccio a Chef Rubio, che da anni porta avanti un’importante lotta di controinformazione e denuncia di quello che avviene in Palestina. Ci troverai, come in questi mesi, al tuo fianco in tutte le piazze. Questo è quello che sono: servi dei servi”. Ecco quanto si legge in un comunicato di Potere al popolo. “Dalle tende contro il genocidio in Sapienza esprimiamo la nostra massima solidarietà a Chef Rubio preso di mira e aggredito da una squadraccia sionista”. Così un comunicato degli studenti che protestano all’università di Roma per i palestinesi.

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