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sabato, Giugno 15, 2024

Intelligenza Artificiale, 218mila dipendenti pubblici a rischio

Il settore pubblico subirà un forte impatto dall’adozione dell’Intelligenza Artificiale. Il 57% dei dipendenti, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori, sarà fortemente esposta alla nuova tecnologia e il 12% degli impiegati rischia di essere sostituito (218mila persone). È quanto emerge da una ricerca di Fpa, secondo cui gran parte dei dipendenti pubblici (l’80%) potrebbe integrare l’Intelligenza Artificiale nel suo lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti. L’esposizione all’IA, secondo l’indagine Fpa, sarà al pari della crisi del 2007 e della pandemia del 2020: rappresenta cioè uno shock esterno a cui la PA è chiamata a rispondere. Per stimarne l’impatto è stato adattato alle categorie professionali dei dipendenti pubblici italiani il metodo AIOE (Artificial Intelligenze Occupational Exposure) di Edward Felten sull’esposizione occupazionale all’IA. Così quasi la metà dei dipendenti pubblici delle strutture centrali della PA (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici), risulta a rischio sostituzione a causa dell’impatto dell’Intelligenza artificiale. Si tratta di oltre 92mila persone, sui poco meno di 204mila lavoratori delle amministrazioni centrali. Se nell’intero pubblico impiego sono a rischio sostituzione il 12% dei 1,8 milioni impattati dall’Ia, nelle amministrazioni centrali la sostituzione potrebbe riguardare il 47% del personale impattato dalla nuova tecnologia (i coinvolti dall’Ia sono il 92,2% del totale, circa 196mila persone). Il settore pubblico sarà altamente “esposto” all’impatto dell’IA tra le mansioni spettanti ai dipendenti e quelle che gli algoritmi sono in grado di svolgere. Questa interazione potrà tradursi in un arricchimento delle attività oppure in una sostituzione dei lavoratori, in particolare dirigenti, ruoli direttivi, tecnici, ricercatori, insegnanti, legali, architetti, ingegneri, professionisti sanitari e assistenti amministrativi. Tra i lavoratori pubblici altamente esposti, gran parte (l’80%) potrebbe integrare l’intelligenza artificiale nel suo lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti: circa 1,5 milioni di lavoratori con ruoli di leadership e gestione (come dirigenti scolastici, responsabili strategici e leader di progetti innovativi, esperti tecnici e professionisti, prefetti, magistrati e direttori generali), infatti, possono operare in modo complementare con le nuove tecnologie, se adeguatamente formati e con un’organizzazione abilitante. Ma c’è un 12% a rischio di sostituzione: sono vulnerabili ben 218mila dipendenti pubblici appartenenti alle professioni meno specializzate, caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili che potrebbero essere facilmente svolti dall’Intelligenza artificiale.

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