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lunedì, Giugno 17, 2024

Chico Forti, la rivolta dei detenuti di Verona: “Trattato da star”

Sta scatenando molte polemiche il trattamento riservato a Chico Forti dopo il suo rientro in Italia. E non si tratta solo di questioni politiche, come l’indignazione della sezione veronese del Pd per una foto in cui il 65enne è abbracciato all’onorevole meloniano Andrea Di Giuseppe. A lamentare una vera e propria disparità di trattamento sono anche i detenuti del carcere di Verona. Come riporta La Repubblica, infatti, all’interno del carcere veronese, in molti sottolineano come Chico Forti sia “trattato da star”. “Dispiace vedere questa situazione di privilegio, specie se ad assistere a questo spettacolo è gente che deve dividere pochi metri di spazi vitali in una cella”, ha fatto sapere la moglie di un detenuto. Dall’accoglienza del premier Giorgia Meloni al suo ritorno in Italia, alla concessione di andare a trovare la madre a Trento, l’uomo, che ha scontato 24 anni di carcere negli Usa per un omicidio del 1998 a Miami, non viene trattato come tutti gli altri. Nulla di personale, ovviamente, come sottolinea Marco Costantini, segretario di “Sbarre di zucchero”: “Sono molto felice che Chico Forti sia tornato in Italia e che abbia potuto riabbracciare la mamma, ma come mai non c’è questa sollecitudine anche con gli altri detenuti? C’è gente che aspetta da anni per andare a trovare la madre. E a volte c’è chi non riesce ad arrivare nemmeno in cimitero, per salutare il proprio caro deceduto”, aggiunge.  A proposito del permesso concesso a Chico Forti di andare a trovare la madre, anche la Camera penale veronese ha avuto qualcosa da dire: “Si auspica che la celere tempistica nel rilascio del permesso divenga un trattamento riservato indiscriminatamente a tutti i detenuti”, ha scritto il consiglio direttivo in una nota. Anche i sindacati della polizia penitenziaria sono insorti, specialmente dopo la foto di Chico Forti con il parlamentare di Fratelli d’Italia. “Il carcere non è un palcoscenico nel quale le star possano fare il loro show e avere trattamenti e benefici di grande riguardo”, dice Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato polizia penitenziaria, sottolineando che nessuno ha il permesso di far entrare un telefono in carcere. “Ognuno si assuma le sue responsabilità: ci aspettiamo che l’amministrazione penitenziaria individui ogni responsabilità nell’interesse della legalità, per allontanare l’immagine che in tutto il mondo si sono fatti delle carceri italiane, come l’ennesima barzelletta italiana”, conclude il segretario. Gli altri detenuti: “Questo è un inferno” Tornando ai detenuti nel carcere di Verona, dove Chico Forti è arrivato da pochi giorni, sono stati soprattutto i familiari a raccogliere le lamentale. “Venga qua con noi a vedere che inferno è questo”, hanno riferito, non gradendo come il 65enne sia stato portato in giro per l’istituto penitenziario assieme alla direzione.

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