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domenica, Giugno 16, 2024

Tre cronisti fermati e poi rilasciati. Cercavano di documentare il blitz di Ultima Generazione

“Ci stavamo dirigendo verso il luogo, a noi ignoto, dove gli attivisti di ultima generazione avrebbero compiuto il blitz. Solo dopo abbiamo scoperto essere il Ministero del Lavoro. Li stavamo seguendo quando in zona via Venti Settembre, esattamente in via Salandra, siamo stati fermati da poliziotti in borghese e da altri in divisa”. Questo il racconto dei tre cronisti, la videomaker de Il fatto Quotidiano.it, Angela Nittoli, il fotografo del Corriere della Sera, Massimo Barsoum e il videomaker Roberto Di Matteo. Gli agenti, proseguono, ci hanno chiesto i documenti, impedito di utilizzare i cellulari e poi con la motivazione di fare ulteriori controlli, hanno chiamato una volante e portato negli uffici del commissariato di Castro Pretorio. Qui sono partite le perquisizioni, ci hanno messo in una celletta di sicurezza, piccolissima, con la porta aperta per un’ora e mezzo. Nel frattempo, nella stessa cella, arrivavano alcuni attivisti di Ultima Generazione. In 20 anni professione, dice Angela Nittoli, non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Risposta esagerata, sostiene Massimo Barsoum. Inoltre non ci hanno permesso di fare il nostro lavoro giornalistico. L’azione di Ultima Generazione si era infatti già conclusa. Dopo Messina e Padova, quello di Roma è il terzo caso in pochi mesi, denuncia la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un incontro, aveva escluso un modus operandi per quanto riguarda verifiche e controlli sui giornalisti che seguano atti di protesta. Ma dopo quello che è accaduto in queste ore, appare evidente che esista una linea di intervento per scoraggiare i cronisti dal documentare i blitz di questi attivisti.  

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