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domenica, Giugno 16, 2024

“Valeria si poteva salvare”

“Valeria si poteva salvare”, ripetono papà Stefano e mamma Tiziana all’uscita dal Tribunale. Il Gup ha appena accolto la richiesta di costituzione di tutte le parti civili e rimandato al 27 giugno la decisione sul rinvio a giudizio dei tre dottori. In aula il Pubblico Ministero Marcello Cascini ha ribadito: vanno processati il medico del Policlinico Casilino e i due del San Giovanni che visitarono Valeria Fioravanti. Il decesso della 27enne il 10 gennaio 2023 per una meningite batterica. Valutazioni errate, approfondimenti clinici non eseguiti, sostiene la Procura che accusa i sanitari di aver causato la morte della giovane in cooperazione colposa tra loro. Il calvario ospedaliero della ragazza, mamma di una bimba di 13 mesi, inizia a Natale 2022 per un ascesso causato da un pelo incarnito. Il foruncolo viene rimosso ma Valeria continua a stare male. Il 29 dicembre la Tac al cranio al Casilino. Viene dimessa con questa diagnosi: cefalea e vertigini a seguito di un movimento brusco. Il 30 il ritorno nello stesso ospedale. Le vengono date indicazioni su come trattare la ferita post operatoria. Il 4 gennaio l’accesso al Pronto Soccorso del San Giovanni. Valeria ha dolori ovunque.
Sospetta lombosciatalgia il responso. Le sue condizioni peggiorano. La ragazza si reca ancora al San Giovanni. La Tac cerebrale sentenzia: meningite acuta in fase conclamata. La diagnosi che non lascerà scampo alla 27enne.

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