mercoledì, Maggio 14, 2025

Calcio: Stefano Calcagni dal professionismo all’incarico alla Virtus Marina di San Nicola

Allenatore da oltre 30 anni e con un passato da calciatore professionista in serie B (e non solo), mister Stefano Calcagni è una bandiera del calcio locale. Il mister ha militato a Parma, Campobasso, Nocera e Rimini tra Serie B e C, ma, da tecnico, ha preferito dedicarsi al calcio locale con l’obiettivo di scoprire nuovi talenti e di puntare al miglioramento tecnico-caratteriale dei ragazzi. Infatti, Calcagni ha accolto con piacere l’incarico offertogli dalla Virtus Marina di San Nicola con cui collabora da diverse stagioni. “Rimanere in zona come allenatore è stata una mia scelta” ha raccontato il responsabile del settore agonistico della Virtus MSN. “Dopo la stagione in C2 a Civitavecchia, ho deciso di intraprendere questo percorso perché non ho mai avuto intenzione di rimanere nell’ambiente professionistico come tecnico. Così, mi sono dedicato ai ragazzi del territorio. Per me è un divertimento, una passione, finché c’è quella va bene. A questi livelli, è la passione che muove tutto. Il cambio di ruolo non era scontato, calciatore professionista non è sinonimo di bravo allenatore: bisogna saper trasmettere qualcosa. Per me il calcio è uno sport che ti fa sentire vivo, non deve essere solo un discorso di traguardi sportivi. A me il calcio ha insegnato a comportarmi nella società, a stare al mondo”. Il mister si è poi concentrato sul suo lavoro nella società di Ladispoli: “Noi innanzitutto cerchiamo di farci conoscere in maniera positiva. Abbiamo tecnici e istruttori – a livello agonistico e di scuola calcio – di cui ci fidiamo e che riteniamo all’altezza di un ruolo così importante. Per riuscire a fare il salto di qualità c’è bisogno di programmare e di dare spazio agli allenatori. Tutti i mister che abbiamo qui hanno lavorato bene anche in altre società e sono andato a cercarli. Il nostro obiettivo è far crescere il ragazzo calcisticamente, ma, soprattutto, a livello di comportamento e disciplina. Oggi dobbiamo fare discorsi anche relativi al modo di comportarsi, il modo di allenare è molto cambiato. Poi, chiaramente, se arriva il ragazzo che si distingue e ha possibilità di fare cose più grandi, per noi è solo motivo d’orgoglio”. “Oggigiorno è sempre più difficile cercare di far combaciare risultati e crescita caratteriale del ragazzo. Come dicevo prima, per me il calcio è una disciplina che fornisce anche gli strumenti per affrontare la realtà. È questo l’aspetto che, secondo noi, deve interessare al genitore. È logico che il ragazzo voglia arrivare in alto, ma non è scontato. Ci vuole fortuna, talento, passione e tanta costanza. Io, qui, cerco di inculcare loro una mentalità, non semplice, che è alla base del divertimento: bisogna saper perdere. I genitori di oggi hanno un ruolo difficilissimo e noi cerchiamo di dare loro una mano attraverso l’educazione sportiva. Vederli crescere e raggiungere posizioni importanti, dentro e fuori dal campo, è una soddisfazione enorme”.

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