Sono 41 le persone indagate dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Roma tra cui agenti della polizia penitenziaria, un medico e parenti di detenuti a Rebibbia. Alcuni anche per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. A un recluso è stata contestata la corruzione nei confronti di un agente che in cambio di 300 euro gli avrebbe fatto avere in carcere un pacco di droga. In alcuni casi venivano consegnati anche pizzini. In una occasione, che risale al 2020, un detenuto avrebbe pagato 30 euro per avere in cella una pizza e una birra. A tutti è contestato l’utilizzo di cellulari all’interno della struttura. E rischia il rinvio a giudizio anche il medico che, secondo gli inquirenti, avrebbe omesso di denunciare un detenuto che utilizzava un cellulare. Le indagini, coordinate dal pm Carlo Villani, sono state svolte dagli agenti della Penitenziaria e dai poliziotti del commissariato di Tivoli.