sabato, Novembre 22, 2025

Toyota si ferma, 850 operai in cassa integrazione. “Lorenzo non vedrà mai sua figlia”. Due morti, 11 feriti

Toyota Material Handling, nel corso di una riunione nel pomeriggio, ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori la chiusura dello stabilimento di Bologna, nella zona di Bargellino, interessato ieri da un’esplosione, e che tutte le attività lavorative, non solo in presenza ma anche da remoto sono sospese fino a nuova comunicazione. Si procederà ad aprire la cassa integrazione ordinaria a partire dal 23 ottobre, non si sa fino a quando. Stamane, mentre i lavoratori si radunavano fuori dai cancelli dell’azienda per ricordare le vittime, portando fiori, c’è stato il primo sopralluogo degli investigatori, con la procuratrice aggiunta Morena Plazzi, la pm Francesca Rago e carabinieri, vigili del fuoco e Asl che avranno la delega per le indagini: i reati sono omicidio e lesioni colpose, al momento contro ignoti. Parole di cordoglio per questa ennesima tragedia sul lavoro sono arrivate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto oggi a Bologna alla Biennale di Legacoop. Il capo dello Stato ha voluto “esprimere solidarietà alla città che ci ospita, ai familiari della vittima dell’alluvione e del gravissimo incidente mortale di ieri, ai feriti e alle famiglie che stanno soffrendo le conseguenze del maltempo e di questa ennesima tragedia sul lavoro. Non ci sono più parole adeguate per esprimere allarme e angoscia”. L’esplosione, secondo i primi accertamenti degli investigatori, probabilmente sarebbe stata innescata da uno scambiatore, un grosso apparecchio che a quanto pare serviva a regolare la temperatura ed era collegato all’impianto di condizionamento e riscaldamento. Il pezzo serviva a bilanciare la temperatura, in modo che non diventasse né troppo caldo né troppo freddo; con l’esplosione si è creato un effetto ‘bomba’ e l’onda d’urto ha buttato giù pareti e vetrate, non il tetto (come si era pensato in un primo momento). Sono in corso approfondimenti per capire bene come funzionasse l’apparecchio e cosa possa averlo fatto esplodere. La detonazione, comunque, ha fatto crollare una parte di un capannone e ha provocato due morti, un ferito grave e una decina in condizioni più lievi: è successo ieri nel tardo pomeriggio a Bologna, in una città ancora alle prese con i danni delle esondazioni dei giorni scorsi. L’esplosione è avvenuta attorno alle 17:20. L’azienda, che si trova nella zona di Borgo Panigale, alla periferia della città, è una delle più importanti del distretto meccanico bolognese, produce carrelli elevatori e occupa circa 850 persone. Un operaio è morto immediatamente, un altro dopo essere stato trasportato all’ospedale Maggiore. Erano due giovani lavoratori, si chiamavano Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi, 34 anni, entrambi nati a Bologna. Pesante anche il conto dei feriti: uno è stato ricoverato in gravi condizioni, altri dieci sono stati soccorsi fra il Maggiore ed altri ospedali della provincia, ma le loro condizioni non destano particolare preoccupazione. Immediatamente sono scattati i soccorsi da parte dei vigili del fuoco, carabinieri, polizia e personale sanitario. Il primo obiettivo è stato assicurarsi che non ci fossero altri operai sotto le macerie. Dopo l’esplosione, che è stata distintamente avvertita in buona parte della città, davanti ai cancelli dello stabilimento si sono radunati operai e familiari, in apprensione per la sorte dei loro colleghi. L’azienda Usl ha inviato sul luogo dell’incidente anche uno psicologo per dare assistenza ai familiari delle vittime e agli operai che hanno vissuto in prima persona l’incidente. Il territorio bolognese, solo sei mesi fa, ha subito un altro gravissimo incidente sul lavoro, la strage dei sette tecnici che stavano lavorando a un collaudo nella centrale idroelettrica di Suviana. Il tema della sicurezza sul lavoro è da tempo all’attenzione anche nell’azienda dove è avvenuto l’incidente: i delegati sindacali avevano proclamato due ore di sciopero a fine turno proprio per chiedere una maggiore attenzione su questo tema. “Questa – dice Gian Pietro Montanari della Fiom-Cgil – non è l’azienda peggiore del mondo, però bisogna accertare se c’era manutenzione o se non c’era. Scioperi c’erano stati anche in passato, l’ultimo per alcuni nuovi strumenti su cui i lavoratori chiedevano il collaudo. In passato c’era stato anche un incendio nel reparto verniciatura”. I sindacati sono di nuovo sul piano di guerra: per oggi era già previsto uno sciopero del settore automotive, che a questo punto assumerà connotazioni diverse, legate non solo alle questioni produttive ma anche al tema della sicurezza. Mentre, il sindacato Usb di Massa Carrara ha dichiarato due ore di sciopero provinciale a fine turno per tutto il settore privato, esclusi i lavoratori per la salvaguardia degli impianti: l’iniziativa, si legge in una nota, è stata indetta “per l’ennesima strage sul lavoro a Bologna”.

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