Ci sono voluti quattro anni per giungere alla richiesta di condanna per l’unico maggiorenne a processo nel caso dello stupro di Capodanno. La notte di San Silvestro, in piena crisi pandemica, due gruppi di ragazzi si accordano per festeggiare insieme in una villetta di Torresina, a nord-ovest della Capitale. Non potrebbero essere più eterogenei, le ragazze sono dei Parioli, i ragazzi di Primavalle. Due giorni dopo, una sedicenne denuncia di essere stata vittima di uno stupro di gruppo. Racconta di essere stata drogata e poi violentata, a turno, da cinque dei ragazzi presenti alla festa, tre maggiorenni e due minorenni, che si sarebbero alternati nella guardia alla porta del bagno dove era stata trascinata, in stato di semincoscienza. Patrizio Ranieri, oggi 23enne, è quello che nei ricordi della vittima emerge in modo più chiaro. Ha la maglietta sporca di sangue e si vanta di ciò che ha fatto. Niente processo per gli altri due maggiorenni, uno dei quali è stato scagionato dalla ragazza. Per gli altri due la richiesta di pena è pendente al tribunale dei minori. Ora che il pm ha pronunciato la sua requisitoria nel processo che si svolge con rito immediato, la sentenza è attesa a novembre.