Uno stendino con sù degli stracci poggiati sopra e masserizie fuori. Questo è quanto si vede oggi, intorno all’edificio situato nel parcheggione dove nella notte fra il 17 e il 18 ottobre è stata trovata morta Camelia Ion, una 56enne rumena senza fissa dimora e della cui scomparsa è accusato l’ex compagno connazionale, il 41enne Lucian Tuduran ora in carcere a Viterbo. Sono passati quindici giorni dal dramma di quella notte e quell’atmosfera di distacco della città da quel luogo così anonimo è rimasta intatta. Certo, ci sono stati interventi della politica e del mondo del sociale di Civitavecchia per tenere viva la figura di Camelia ma la costruzione è lì, avvolta dal suo grigiume dove i civitavecchiesi parcheggiano l’auto, preoccupati di non perdere il treno che di lì a poco li porterà nella Capitale per studiare o lavorare. A testimoniare la “conclusione” della vicenda, il nastro bianco e rosso di interdizione apposto dalla Polizia per le aree sottoposte a sequestro che svolazza in balia del vento. Al di là della fotografia scattata, la faccenda non è affatto conclusa. Anzi, è ben aperta su due fronti, ovvero quello del futuro dell’edificio – e dell’area – e del destino che attende Tuduran. L’attuale parcheggione è un’area che il comune di Civitavecchia ha acquisito dalle Ferrovie tramite un accordo che risale all’inizio degli anni 2000. Erano binari inutilizzati che sono stati asfaltati e riconvertiti all’uso pubblico e sui quali insistono diverse costruzioni di servizio che con il tempo sono diventate rifugio di disperati, tant’è vero che quello di Camelia è solo l’ultimo di una serie di episodi di cronaca che si sono consumati lì. Ora però quello spazio va ripensato, quelle strutture possibilmente recuperate e riallestite per metterle a disposizione di una città che di spazi pubblici ha un bisogno famelico. «La Variante 29 – spiega il sindaco Marco Piendibene – prevedeva la cessione e la riqualificazione di aree limitrofe alla stazione. Quell’accordo poi non ha avuto seguito. Nelle prossime settimane è fissato un incontro importante con Rfi, in cui si discuterà della ristrutturazione dello scalo e di ciò che si trova nelle vicinanze. Il rinnovo del parcheggione rientra in questi argomenti da trattare». Intanto Lucian Tuduran è sì in carcere ma non più a Civitavecchia. Dal complesso di Aurelia è stato spostato al Mammagialla di Viterbo, su sua precisa richiesta. Infatti sembra che fosse preoccupato dalla presenza di un ex fidanzato di Camelia e per sicurezza ha chiesto il trasferimento. Intanto si attende l’esito dell’autopsia: «Abbiamo nominato un pool di tecnici – dice il legale del 41enne, Antonello Viola – che servirà ad affiancarmi sia dopo l’arrivo del referto dell’autopsia sia sotto l’aspetto giudiziario, nel caso in cui il processo venga istituito».
Dopo la morte di Camelia, Tuduran ha chiesto il trasferimento e il parcheggione (forse) si riqualificherà






