lunedì, Febbraio 10, 2025

Giornalisti di tutto il mondo attraversano la Porta Santa

Imedia di tutto il mondo questa mattina attraversano la Porta Santa di San Pietro. In quasi diecimila si sono radunati per il primo dei grandi eventi del Giubileo della speranza che si è aperto ieri sera a S. Giovanni in Laterano con la celebrazione del vicario del Papa, il cardinale Baldo Reina, che, come il Pontefice, ha invitato a disarmare l’informazione comunicando speranza. “Ho un discorso di nove pagine. E leggere a quest’ora 9 pagine, con lo stomaco che si muove sarebbe una tortura”. Così a braccio Papa Francesco ai media da tutto il mondo presenti nell’Aula Paolo VI per il Giubileo della Comunicazione. Il Pontefice ha quindi consegnato il discorso e ha rivolto qualche parola ai giornalisti e ai comunicatori e a braccio, ha espresso un concetto essenziale: “Comunicare è uscire un po’ da se stessi per dare un po’ del mio all’altro… Incontro con l’altro. il vostro lavoro è un lavoro che costruisce, fa andare avanti tutti…” Ma affinché la comunicazione funzioni, è necessario restare ancorati alla verità. La domanda che fa il Papa ai giornalisti che dichiarano di raccontare la verità è: “Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu nel tuo interiore, nella tua vita, sei vero?… Comunicare è una cosa divina. Grazie per quello che fate”. “La libertà è il coraggio di scegliere. Cogliamo l’occasione del Giubileo per rinnovare, per ritrovare questo coraggio. Il coraggio di liberare il cuore da ciò che lo corrompe”. Ha detto papa. “Rimettiamo il rispetto per la parte più alta e nobile della nostra umanità al centro del cuore, evitiamo di riempirlo di ciò che marcisce e lo fa marcire – ha proseguito -. Le scelte di ognuno di noi contano ad esempio per espellere quella ‘putrefazione cerebrale’ causata dalla dipendenza dal continuo scrolling, ‘scorrimento’, sui social media, definita dal Dizionario di Oxford come parola dell’anno”. “Dove trovare la cura per questa malattia se non nel lavorare, tutti insieme, alla formazione, soprattutto dei giovani?”, ha chiesto il Pontefice, secondo cui “abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica, per educarci ed educare al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza; e per promuovere la crescita personale e la partecipazione attiva di ognuno al futuro delle proprie comunità”. “Abbiamo bisogno di imprenditori coraggiosi, di ingegneri informatici coraggiosi, perché non sia corrotta la bellezza della comunicazione – ha aggiunto Francesco -. I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati”. “Quella del giornalista è più che una professione. È una vocazione e una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate”. Lo ha detto papa Francesco nel discorso con i giornalisti e i comunicatori partecipanti al Giubileo del Mondo della Comunicazione. “Lo sappiamo – ha proseguito -: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà”. Il Pontefice ha poi sottolineato che “la vostra è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso. I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, dichi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate”.

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