giovedì, Novembre 27, 2025

“Non è lui il killer di Piscitelli, video e perizia sono inutilizzabili”

“Il killer ripreso da una telecamera di un’abitazione privata che il 7 agosto del 2019 uccide Fabrizio Piscitelli non è l’imputato”, dice Gian Domenico Caiazza. Il difensore di Raul Esteban Calderon prova a smontare, prima della sentenza del 10 marzo, uno dei pilastri accusatori della Procura di Roma: il filmato e la perizia antropometrica che identica proprio l’argentino nell’assassino travestito da runner. “La qualità del video scarsa, inutilizzabile – incalza Caiazza – la statura che non coincide; l’età di chi spara – un trentenne dicono i testimoni – mentre allora Calderon ne aveva 50”, sottolinea sempre il difensore. E poi l’autore di questo efferato delitto corre come uno stambecco, quando l’argentino, come da certificati medici – sostiene ancora il legale – aveva seri problemi alle ginocchia. Nella sua discussione, Caiazza provocatoriamente fa notare la scarsa professionalità del sicario. L’imprudenza di coprirsi solo il polpaccio dove aveva il tatuaggio. “No sappiamo se è un killer professionista, ma è un imbecille, un idiota, se ha fatto questo”, le parole del difensore. “E la mafia – aggiunge ancora il legale – gli affida un omicidio del genere”. Un delitto quello del Diablo che per la Procura invece nasce proprio dai contrasti tra associazioni criminali, con Calderon al soldo dei rivali del leader degli Irriducibili.
“Calderon è innocente”, la conclusione di Caiazza. Per l’argentino la Pubblica Accusa ha chiesto l’ergastolo.

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