venerdì, Maggio 2, 2025

Europarlamento, scoppia il caso Huawei. Indagine sulle lobby, due italiani coinvolti

Tornano i sigilli della Polizia giudiziaria belga nei corridoi del Parlamento Europeo, oltre due anni dopo il Qatargate. Questa volta, secondo le autorità belghe, i presunti corruttori sarebbero i lobbisti che lavorano per il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei.
La Procura Federale ha comunicato di aver chiesto alla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, di porre i sigilli agli uffici di due assistenti parlamentari. Una persona è stata arrestata in Francia, colpita da un ordine di arresto europeo. Decine le perquisizioni. Fino a giovedì si trattava di un caso “sotto embargo”. I rapporti delle indagini preliminari non erano stati inviati al database della polizia e solo un numero limitato di magistrati e ufficiali era a conoscenza del segreto. Nome in codice: ‘Generazione’. La notizia dell’inchiesta è stata data dal quotidiano belga francofono Le Soir e dal settimanale fiammingo Knack. La stessa filiera del Qatargate, con l’aggiunta questa volta della piattaforma olandese di giornalismo investigativo Follow the Money e dei greci di Reporters United. Secondo Le Soir, le perquisizioni avrebbero riguardato 21 indirizzi, prendendo di mira diversi lobbisti che hanno lavorato o lavorano per Huawei. Perquisiti anche gli uffici bruxellesi di Huawei, a Etterbeek. L’indagine sarebbe aperta con i capi di imputazione di corruzione, falso, riciclaggio e associazione a delinquere. Diversi lobbisti, secondo il quotidiano belga, sarebbero stati privati della libertà per essere interrogati. Tra i nomi della nuova inchiesta giudiziaria che fa tremare il parlamento europeo spicca, ancora una volta, quello di un italiano: Valerio Ottati, il capo dei lobbisti del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei a Bruxelles.  Dalla doppia nazionalità, italiana e belga, Valerio Ottati nasce a Woluwe-Saint-Pierre, figlio di Michele, un ex funzionario della Commissione europea arrivato dalla Basilicata a Bruxelles nel lontano 1975. Dal 2019 Ottati è direttore degli affari pubblici di Huawei con l’Unione Europea, ma nel suo curriculum c’è una vita nella bolla delle istituzioni Ue. Prima di diventare lobbista, infatti, Ottati ha trascorso quasi dieci anni al Parlamento europeo, come assistente parlamentare di Crescenzio Rivellini, eurodeputato italiano di Forza Italia, tra il 2009 e il 2014, e poi fino al 2019 come assistente del Dem Nicola Caputo, oggi assessore regionale di Italia Viva in Campania con deleghe all’Agricoltura nella giunta di De Luca. 

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