“Domani è la festa dei lavoratori e anche quest’anno il Governo ha deciso di celebrarla con i fatti perché crediamo che questo sia il modo migliore per ringraziare gli italiani che ogni giorno contribuiscono a far grande la nostra nazione”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un video diffuso al termine della riunione del consiglio dei Ministri. “L’Italia – ha rivendicato la premier – è sempre di più una Repubblica fondata sul lavoro e io sono orgogliosa del fatto che in poco più di due anni e mezzo siano stati creati oltre un milione di posti di lavoro. Abbiamo raggiunto il record di numero di occupati, il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto, la disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte.Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato. E crescono i salari reali in controtendenza rispetto a quello che accadeva nel passato. Tra il 2013 e il 2022, con i precedenti governi, nel resto d’Europa il potere d’acquisto dei salari aumentava del 2,5%, mentre in Italia diminuiva del 2 per cento. Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto con una dinamica dei salari che è migliore e non peggiore rispetto a quella del resto d’Europa. C’è chiaramente ancora molto, molto da fare – ha ammesso Meloni – però i numeri che alla fine raccontano la realtà sono incoraggianti”. “Anche sulla sicurezza sul lavoro c’è ancora tanto da fare: negli ultimi giorni abbiamo registrato nuove vittime e nuovi infortuni. Non si può morire così e voglio esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza ai familiari delle vittime. Sono comunque consapevole che il cordoglio non basta e bisogna continuare ad agire: di fronte a questo fenomeno, come ha detto il presidente Mattarella, non sono tollerabili indifferenza e rassegnazione. Il governo ha sempre messo al centro il tema della sicurezza sul lavoro, ad esempio con la patente a crediti, con l’assunzione di nuovo personale ispettivo per incrementare i controlli, con le risorse per premiare le imprese che investono in prevenzione. Oggi abbiamo reperito insieme all’Inail altri 650 milioni, per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a 1,2 miliardi le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sul lavoro”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video sui social dopo la conclusione del Cdm.
Calderone: affrontare problema incidenti ‘in itinere’
“Un problema su cui dobbiamo lavorare è quello degli infortuni ‘in itinere’, che aumentano, e questo ci porta a una riflessione sull’implementazione della sicurezza stradale nei nostri percorsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro. Ma su questo va detto che il nostro Paese riconosce tutele anche nel momento in cui ci si sta recando a lavoro, mentre altri grandi Paesi non lo fanno. Allora io credo che il sistema di tutele italiano sia valido, vada implementato, bisogna investire: ma guardando alle richieste delle parti sociali, anche a quelle fatte prima dell’insediamento di questo esecutivo, mi sembra che il governo abbia risposto a quelle richieste”. Così, intervenendo alla conferenza stampa post-Consiglio dei Ministri, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone.
Non un decreto Primo Maggio, ma concertazione
“Siamo consapevoli che sul fronte del lavoro sicuro e della vita sicura c’è ancora tantissimo da fare”. Oggi il Consiglio dei Ministri “nel prendere atto di quello che si è fatto ha anche preso atto del fatto che gli altri interventi, tutto quello che dovrà essere fatto di ulteriore sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, necessita di una chiamata in causa”, di “una concertazione importante con le parti sociali che saranno convocate l’8 maggio”. Lo ha indicato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. “Oggi non approviamo un decreto – spiega – perché ci sembra invece importante fare una preventiva condivisione e soprattutto anche ascoltare e avvalerci di quelle che possono essere le ulteriori valutazioni e sollecitazioni che vengono dal mondo sindacale, dal mondo datoriale, dal mondo produttivo in generale”, dice