domenica, Maggio 4, 2025

Dazi, la Cina apre al dialogo con gli Usa e fa volare i mercati. Il “triangolo” dei negoziati include anche l’Ue

I segnali di disgelo sul fronte commerciale tra Usa e Cina hanno ridato momentaneo slancio ai mercati e alimentato la speranza di evitare un’escalation nella guerra dei dazi. Almeno per il momento. Dopo giorni di alta tensione, Pechino ha annunciato di “valutare” l’apertura americana a una serie di colloqui, riconoscendo che Washington “ha preso l’iniziativa” ma chiedendo in cambio “sincerità” e l’annullamento delle misure unilaterali. Allo stesso tempo anche dall’Europa arriva un’apertura significativa: l’Ue sarebbe pronta ad aumentare gli acquisti di beni statunitensi fino a 50 miliardi di euro, come gesto distensivo per riequilibrare il rapporto mercantile con gli Stati Uniti. Si tratta tuttavia soltanto di una fase (attuale e distensiva) delle trattative globali tra le due principali potenze del pianeta e del mercato più ricco e conteso, l’Europa, inserito nel campo americano ma conteso a livello commerciale anche dal Dragone. Nonostante il disgelo, già preannunciato nei giorni scorsi da Donald Trump in persona, le rotte strategiche di Cina e Usa restano opposte e destinate a scontrarsi. I segnali di distensione tra Washington e Pechino hanno prodotto un effetto immediato sui mercati internazionali, tornati per la prima volta ai livelli pre-dazi. Venerdì le Borse europee hanno accelerato: Francoforte ha guadagnato il 2,5%, Parigi il 2,3%, Milano l’1,92%, Londra l’1,2%. Anche Wall Street ha aperto in forte rialzo, con i principali indici spinti anche dai dati positivi sull’occupazione americana. Già al mattino le Borse asiatiche si erano portate ai massimi da oltre un mese, proprio con la disponibilità cinese al dialogo. La schiarita nelle relazioni doganali sino-americane traina anche notizie positive sull’asse Bruxelles-Washington. L’Ue rappresenta l’autentico “premio della globalizzazione”, la destinazione finale di un’ampia fetta del commercio mondiale e resta il continente più importante del pianeta. Impossibilitata a proiettarsi liberamente in mare aperto, a causa del contenimento americano nel nodo di Taiwan, la Cina ha puntato su rotte terrestri come le Nuove Vie della Seta per raggiungere i mercati europei. Anche aggirando sanzioni e divieti tramite accordi “oscuri”, triangolando gli scambi tra Stati Ue e Paesi dell’Asia Centrale (come la Russia, del resto). In un’intervista al Financial Times il commissario europeo per il commercio, Maroš Šefčovič, ha parlato di “alcuni progressi” nei negoziati e ha rilanciato l’obiettivo di un accordo “equo ed equilibrato”. L’idea alla base della proposta europea sarebbe quella di colmare il disavanzo commerciale americano, stimato intorno ai 50 miliardi, attraverso un incremento delle importazioni di gas naturale liquefatto, soia e altri prodotti agricoli Made in Usa. Resta una linea ferma: un accordo con dazi del 10% non basterebbe. Per Bruxelles resta una soglia “molto elevata”, ha spiegato Šefčovič, definendo anche “ingiuste” e “astronomiche” le tariffe doganali imposte da Donald Trump a inizio aprile e poi sospese. L’Ue, ha spiegato, è comunque disponibile a collaborare con gli Stati Uniti sul tema dell’export cinese, proponendo una cooperazione su acciaio, semiconduttori e materie prime critiche per rafforzare la sicurezza economica. “Credo che ci sia ora una comprensione reciproca migliore, anche sui numeri”, ha dichiarato ancora il commissario, sottolineando l’importanza di considerare le esportazioni di servizi americani verso l’Ue nel calcolo del deficit. Allo stesso tempo, ha ribadito che ogni accordo dovrà essere politicamente sostenibile per il Consiglio e il Parlamento europei, avvertendo: “Sarà molto difficile trovare una soluzione che sia chiaramente buona e accettabile per tutti i nostri Stati membri”. A frenare i facili entusiasmi, la Commissione Ue ha comunque precisato che per ora non esiste alcuna offerta formale agli Usa. “Finora abbiamo discusso le aree in cui riteniamo di poter potenzialmente trovare un accordo”, ha evidenziato il portavoce Olof Gill. L’idea di aumentare le importazioni in settori come energia e agricoltura “non è una novità”, ha spiegato. “Stiamo solo ribadendo che ci sono settori con margini di cooperazione, il che contribuirebbe anche a ridurre il surplus commerciale dell’Ue, che sembra essere una vera fissazione per l’amministrazione americana”. Restano intanto sospese fino al 14 luglio le contromisure da 21 miliardi di euro su prodotti americani, tra cui motociclette Harley-Davidson, pollame e abbigliamento. L’Ue è tuttavia pronta ad agire in maniera “robusta e unita” nel caso in cui non si arrivi a un’intesa.
Usa e Cina restano rivali strategici Al netto di ogni fase di distensione e conseguente escalation, la contesa tra Cina e Stati Uniti resta viva e strategica. Gli unici dazi che Washington ha necessità di portare avanti sono proprio quelli contro la Repubblica Popolare, per impedire che si rafforzi. Gli enormi proventi dal surplus commerciale sono infatti utilizzati da Pechino per rafforzarsi in vista della sfida finale con gli Usa, e dunque nel riarmo, nello sviluppo tecnologico e nel livellamento del divario economico tra coste (ricchissime) ed entroterra (più povero). La strategia del Dragone contro l’Aquila resta di piena opposizione. In questo momento però entrambi gli schieramenti hanno concordato sulla necessità di una distensione, per motivi ancora una volta opposti: troppo stanca l’America, troppo divisa e impreparata la Cina.

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