lunedì, Maggio 12, 2025

Hamas annuncia la liberazione di un ostaggio israelo-americano

Donald Trump ha definito “una notizia monumentale” l’annuncio di Hamas sul rilascio di un ostaggio israeliano-americano, esprimendo la speranza del rilascio di tutti gli altri e della fine della guerra. “Sono grato a coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa notizia monumentale”, dichiara il presidente degli Stati Uniti in un messaggio sul suo social network Truth. Il presidente aggiunge di sperare che il rilascio di Edan Alexander sia “il primo degli ultimi passi necessari per porre fine a questo brutale conflitto”. L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu fa sapere che Israele non è tenuto a dare niente in cambio per la liberazione dell’ostaggio Edan Alexander da parte di Hamas e che continuerà la guerra a Gaza. “Gli Stati Uniti hanno informato Israele dell’intenzione di Hamas di rilasciare il soldato Edan Alexander come gesto di rispetto verso gli americani, senza alcuna compensazione o condizione. Gli Stati Uniti hanno comunicato a Israele che questa mossa dovrebbe portare all’avvio di negoziati per il rilascio degli ostaggi, secondo il piano originale di Witkoff, che Israele ha già accettato”, si legge in un messaggio su X. “Israele si sta preparando all’eventualità che questa mossa si concretizzi”, ha aggiunto l’ufficio del premier, ricordando che “secondo la politica israeliana, i negoziati si svolgeranno sotto pressione, con l’impegno di raggiungere tutti gli obiettivi di guerra”. vDopo l’annuncio di Hamas sul prossimo rilascio dell’ostaggio americano Idan Alexander, l’inviato speciale dell’amministrazione Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sarà oggi in Israele. Gerusalemme non è stata coinvolta nei negoziati per la liberazione di Idan e non è tenuta a rilasciare detenuti palestinesi in cambio. Secondo l’annuncio di Hamas, la liberazione sarebbe un passo preliminare affinché gli aiuti umanitari possano entrare a Gaza. Il presidente Usa, Donald Trump potrebbe annunciare la proposta statunitense per un cessate il fuoco durante la visita in Medio Oriente. Lo affermano due fonti del Golfo vicine agli ambienti ufficiali, citate da Haaretz.

Il piano potrebbe prevedere la creazione di un governo di transizione e nuove disposizioni di sicurezza per la Striscia di Gaza del dopoguerra, potenzialmente rimodellando la diplomazia regionale e aprendo la porta a futuri colloqui di normalizzazione. A sottolineare l’alta posta in gioco della diplomazia in corso, Trump ha incontrato privatamente giovedì il Ministro degli Affari Strategici israeliano Ron Dermer per discutere della guerra e dei colloqui nucleari con l’Iran, ha riportato Axios. Il Dipartimento di Stato americano non ha risposto immediatamente alle domande sui colloqui di Trump su Gaza. Trump non ha annunciato una visita in Israele nell’ambito del suo tour nella regione. Due diplomatici hanno osservato che il presidente degli Stati Uniti si è recentemente astenuto dal parlare del suo piano “Riviera di Gaza”, che ha fatto infuriare il mondo arabo con la proposta di reinsediare l’intera popolazione di Gaza e di attribuire la proprietà statunitense della Striscia. In vista del viaggio, Washington ha intrapreso una serie di azioni positive per l’Arabia Saudita. Un accordo per fermare i bombardamenti americani sugli Houthi in Yemen e’ in linea con un cessate il fuoco saudita in quella zona. Washington ha anche slegato i colloqui sul nucleare civile dalla questione della normalizzazione. Dietro le quinte, i funzionari statunitensi stanno silenziosamente facendo pressione su Israele affinché accetti un cessate il fuoco immediato a Gaza, una delle precondizioni imposte dall’Arabia Saudita per la ripresa dei colloqui di normalizzazione, hanno affermato due fonti del Golfo vicine agli ambienti ufficiali e un funzionario statunitense. Tuttavia, l’opposizione del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a una cessazione definitiva della guerra o alla creazione di uno Stato palestinese rende improbabili progressi in colloqui simili con Riyadh, hanno affermato due delle fonti.

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