Il convegno organizzato dal MOHRE in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare “Stili di Vita e Riduzione del Rischio” ha evidenziato un preoccupante aumento dei tumori tra le giovani donne, con dati allarmanti presentati dall’Università di Tor Vergata. L’analisi sul database USA SEER22 ha mostrato un incremento significativo di alcuni tipi di cancro, tra cui il tumore del pancreas (+6,22% nelle donne tra 18-34 anni), dello stomaco, del mieloma e del colon-retto, con tassi di crescita più elevati rispetto ai maschi della stessa età. Le cause di questa tendenza sono molteplici e includono il crescente consumo di tabacco e alcol tra le donne giovani. La dottoressa Maria Rita Noviello ha sottolineato come negli ultimi dieci anni si sia ridotto il divario di tabagismo tra i generi, portando a un aumento della mortalità femminile per patologie correlate al fumo, come tumore del polmone, vescica e mammella. In particolare, tra le donne tra 15 e 34 anni si stanno osservando tumori più aggressivi, evidenziando una vulnerabilità femminile in aumento. Per quanto riguarda l’alcol, il consumo tra le donne è in crescita, con un incremento del rischio di tumore mammario del 27% già con il secondo bicchiere e fino al 50% con un consumo pesante (tre o più drink al giorno). L’alcol aumenta i livelli di estrogeni, favorendo lo sviluppo di tumori al seno. L’IARC stima che circa il 45% dei nuovi casi di cancro al seno in Italia siano attribuibili a un consumo di alcol inferiore ai 20 grammi al giorno. Il rischio combinato di fumo e alcol è ancora più grave: i fumatori hanno sei volte più probabilità di sviluppare tumori della bocca, e questa probabilità aumenta di 35 volte quando si combinano i due fattori. La prevenzione, fin dall’età scolastica, viene indicata come la strategia più efficace per contrastare questa tendenza, sottolineando l’importanza di campagne di sensibilizzazione e di stili di vita più sani. Infine, si evidenzia come le disparità socioeconomiche influenzino i tempi di diagnosi e di trattamento, con le persone più svantaggiate che spesso ricevono diagnosi più tardive e hanno esiti peggiori. La promozione della cultura della prevenzione e l’educazione ai corretti stili di vita sono considerate le chiavi per invertire questa tendenza preoccupante.