sabato, Maggio 31, 2025

Pugilato e valori dello sport: il confronto tra campioni e studenti organizzato dal Panathlon Club Junior Roma  

Si è svolta presso l’aula magna dell’ITTL “Marcantonio Colonna” di Roma l’edizione dedicata al pugilato di “Pianeta Olimpia: i valori dello sport raccontati dai campioni”, la rassegna organizzata dal Panathlon Club Junior Roma per promuovere la cultura e l’etica sportiva tra i giovani. In occasione dell’iniziativa, patrocinata dalla Federazione Nazionale Maestri del Lavoro e moderata dal Presidente del Panathlon Club Junior Roma Lorenzo D’Ilario, gli atleti olimpici e pugili professionisti Guido Vianello (Top Rank Boxing), Giordana Sorrentino (Carabinieri) e Alessia Mesiano (Fiamme Oro) hanno condiviso esperienze e riflessioni personali con oltre 150 studentesse e studenti provenienti dall’ITTL “M. Colonna” e dall’IIS “Piaget-Diaz” di Roma, dall’IIS “F. Besta di Orte e dall’IIS “A. Volta di Frosinone”.
Al dibattito sono intervenuti anche la Consigliera di Roma Capitale Valeria Baglio, il Segretario Generale della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro Lino Piacentini e la Dirigente Scolastica dell’ITTL “M. Colonna” Barbara Durante, che ha fatto gli onori di casa insieme al docente Francesco Caizzone.
La scoperta dei propri talenti e delle proprie inclinazioni, i sacrifici necessari per il raggiungimento dei propri obiettivi, l’accettazione della sconfitta, la necessità di imparare le lingue straniere per confrontarsi con altre culture. Numerose le tematiche affrontate nel corso dell’evento, che ha visto anche il coinvolgimento di una delegazione dell’IIS Cine-TV “R. Rossellini” di Roma per l’effettuazione delle riprese audiovisive e dell’Istituto Moda Sgrigna per l’allestimento di una sfilata di abiti realizzati a mano dagli stessi allievi dell’accademia romana.
“Innamoratevi di ciò che fate nella vostra vita perché dove c’è amore non può esserci paura. State sempre dentro voi stessi e non date troppo peso ai social network: soltanto così potrete trovare la vostra strada e portare avanti le vostre passioni. È il mio amore per il pugilato a darmi la forza di pormi obiettivi sempre nuovi e di rialzarmi dopo le sconfitte”, ha esordito Vianello. “Praticavo tennis nel circolo di famiglia, il Tennis Team Vianello, ma ogni volta che passavo di fronte all’insegna del Team Boxe alla Montagnola sentivo un’attrazione speciale. Un giorno mi sono convinto ad entrare in quella palestra popolare, dove ho trovato un’ambiente completamente diverso che mi ha aiutato a sconfiggere la timidezza e mi ha donato amicizie fraterne come quelle con i campioni Mattia Faraoni e Giovanni De Carolis”, ha rivelato il pugile romano.
“Dopo soli tre mesi ho vinto il primo torneo di pugilato e dopo sei anni ho combattuto alle Olimpiadi di Rio 2016. In seguito è arrivata la chiamata di un promoter americano per diventare un pugile professionista negli Stati Uniti e mi sono dimesso dal gruppo sportivo del Corpo Forestale dello Stato per firmare un contratto che mi ha cambiato la vita. Mi sono trasferito a Las Vegas e ho dovuto imparare subito l’inglese perché lì non esistono pugili con l’interprete. Iniziate oggi a studiare le lingue straniere perché il tempo passa e ci sono occasioni che non tornano più”. Questo il monito di Vianello, che poi ha raccontato un aneddoto: “Due anni fa, mentre ero in vantaggio, mi fu impedito dal medico di continuare l’incontro a causa di una ferita al sopracciglio sinistro. Le sconfitte aiutano a diventare più forti: oggi ringrazio il mio avversario Jonathan Rice per avermi spronato a cambiare il mio modo di attaccare e difendere. Da quel giorno non ho più preso un destro su quell’occhio”.
“Il pugilato non è uno sport violento e non ho mai tirato un pugno al di fuori della palestra – ha precisato Vianello – La violenza non esiste nella mia vita e fuori dal ring cerco di sfruttare ogni occasione per diventare una persona migliore. Ho fatto tanti sacrifici per terminare gli studi superiori al Liceo Scientifico ‘Aristotele’ senza mai essere rimandato ed oggi ne sto facendo altrettanti. Ormai manca pochissimo alla mia laurea in scienze politiche alla Luiss”.
Molto diverso, invece, il percorso scolastico di Giordana Sorrentino, che ha messo a nudo tutte le difficoltà incontrate all’inizio del terzo anno di liceo: “All’età di 16 anni mi sono trovata davanti ad un bivio molto importante. Ero stata convocata per i Mondiali e sarei dovuta assentarmi per oltre un mese. Cercavo comprensione da parte della dirigente scolastica del mio istituto ma mi è stato risposto freddamente che avrei dovuto scegliere tra la scuola e lo sport. Ho deciso di sacrificare la mia vita per il pugilato ma oggi sono fiera di svegliarmi tutti i giorni per fare la cosa che amo di più”.
“Dopo i primi passi nel pattinaggio artistico a rotelle – ha proseguito Sorrentino – sono stata costretta a fermarmi a causa di un grave infortunio al ginocchio e non riuscivo a vivere senza gli stimoli e gli obiettivi dell’attività agonistica. Così, quando mio fratello che praticava pugilato mi invitò ad unirmi a lui in palestra, non ci ho pensato due volte. Da quel giorno non ho più tolto i guantoni dalle mani e mi sono follemente innamorata di questo sport”. Ma la strada non è stata tutta in discesa neanche nel pugilato. “Io e mio fratello abbiamo deciso di cambiare palestra perché in quella dove andavamo inizialmente non avevano mai avuto donne sul ring e non riuscivano proprio a concepire che esistesse anche il pugilato femminile”, ha aggiunto la campionessa di Fiumicino.
Sorrentino ha quindi ripercorso i tratti salienti della sua carriera: “Dopo neanche un anno di attività, all’età di 14 anni e mezzo, ho vinto il mio primo campionato italiano e sono entrata in nazionale. Ho iniziato a disputare campionati mondiali ed europei fino ad essere selezionata, all’età di 18 anni, per entrare nell’Arma dei Carabinieri. Lo sport è diventato il mio lavoro ed oggi mi sta ripagando dei sacrifici fatti. Sono felice di aver raggiunto le Olimpiadi di Tokyo 2020 e Parigi 2024 ma sul ring non è andata come speravo. Adesso continuo a lavorare a testa bassa per il mio obiettivo più grande: vincere una medaglia a Los Angeles 2028”.
Anche Alessia Mesiano è approdata al pugilato dopo aver mosso i primi passi in un’altra disciplina sportiva. “Fino all’età di 18 anni ho praticato atletica leggera – ha svelato Mesiano – Inizialmente credevo che il pugilato fosse uno sport violento e riservato soltanto agli uomini ma, quando alcuni amici mi convinsero ad entrare in palestra, è stato amore a prima vista e non ho più smesso. In questa disciplina intravedevo un margine di crescita costante e mi entusiasmava il fatto che il pugilato è uno sport di situazione dove si può sempre migliorare e dove la mente è importante tanto quanto il fisico”.
“Oggi il numero delle donne che praticano pugilato è aumentato in maniera considerevole e questa è stata una grande vittoria per tutte noi – ha affermato l’olimpionica di Parigi 2024 – Lo sport non ha genere: non esistono discipline prettamente maschili o femminili ma soltanto discipline per cui ciascuno di noi è più o meno portato. Che siate uomini o donne, dovete mettervi alla prova per scoprire gli sport nei quali sarete in grado di eccellere”.
“Il pugilato mi ha reso più forte e sicura di me stessa. Tante volte avrei voluto mollare davanti alle difficoltà ma grazie alla costanza e alla determinazione sono riuscita a superare ostacoli che credevo fossero insuperabili. Sul ring ho imparato che la sconfitta è importante tanto quanto la vittoria perché ci aiuta a crescere, a comprendere gli sbagli ed a focalizzarci su nuovi obiettivi. Grazie allo sport ho acquisito una mentalità vincente che mi ha permesso di metabolizzare le delusioni della vita e di diventare una donna migliore”, ha concluso Mesiano.

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