L’annuncio di Khan è giunto mentre Tripoli è tornata a respirare una calma tesa, che molti temono si possa trasformare nuovamente in tempesta dopo i violenti scontri armati degli ultimi giorni e il crescente malcontento verso la leadership al governo, culminato in una protesta di fronte alla residenza del premier Abdelhamid Dbeibah alla quale le forze di sicurezza hanno risposto con le armi. Un clima di instabilità e tensione al quale l’Italia ha reagito portando a termine l’evacuazione dei connazionali. Circa 100 cittadini italiani e 17 spagnoli, bloccati dagli scontri delle ultime ore a Tripoli tra milizie rivali, sono arrivati verso l’una di notte a Fiumicino con un airbus a320 della Medsky Airways. Nel frattempo la Libia ieri si è schierata con la Corte Penale Internazionale e ne riconosce la giurisdizione sui crimini di guerra e sulla repressione commessi dal 2011 fino alla fine del 2027: ad annunciarlo al Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato il procuratore della corte Karim Khan, che non ha perso tempo e ha chiesto di “arrestare e consegnare” alla Cpi il generale Almasri, il responsabile del centro di detenzione di Mitiga a Tripoli e ricercato per omicidio, stupro e tortura, al centro di dure polemiche in Italia, dove era stato catturato lo scorso gennaio prima di essere scarcerato e rimpatriato. “Elogio il coraggio, la leadership e la decisione delle autorità libiche” di riconoscere” l’autorità della Corte, ha detto Khan. La Libia infatti non è membro dello Statuto di Roma, ma il Consiglio di sicurezza ha deferito la situazione del Paese alla Corte nel febbraio 2011, dopo l’inizio di proteste senza precedenti, represse violentemente, contro il regime di Muammar Gheddafi. In questo contesto è giunto l’appello di Khan ad arrestare Almasri e di consegnarlo “affinché possa essere processato per i crimini che presumibilmente ha commesso”. Su di lui, ha ricordato il procuratore, “abbiamo emesso un mandato di arresto ma è fuggito. Ed è tornato in Libia passando per l’Italia”. Dalla Turchia, Tajani ha sottolineato che il governo lavora per “garantire la massima sicurezza nell’incolumità dei nostri concittadini”. Un lavoro per il quale ha espresso ringraziamento la Camera di commercio italo-libica “a nome di tutti gli imprenditori in rientro in Italia”. La situazione della sicurezza a Tripoli “è stabile e sotto controllo”, ha annunciato il ministero dell’Interno del Governo di unità nazionale (Gnu), sottolineando che “sono state dispiegate pattuglie in diverse località strategiche nell’ambito di un piano volto a migliorare la sicurezza e a rassicurare i residenti”. Nella tarda mattinata di ieri, a sorpresa, il Consiglio presidenziale libico guidato da Mohammed Menfi ha emesso una risoluzione che congela tutte le decisioni militari e di sicurezza emanate dal premier Dbeibah, compreso lo scioglimento della milizia Radaa che aveva scatenato gli ultimi furiosi combattimenti.