“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. È uno dei 280 messaggi che – secondo quanto riferisce il settimanale Giallo – sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 e per il quale l’allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Si tratta di messaggi “inviati anni fa da Paola Cappa a un suo amico di Milano”. La cugina della vittima non è mai stata indagata. “Un martello a coda di rondine del tipo di quello usato dai muratori e col manico di legno”. Il 14 luglio 2008, Giuseppe Poggi, il papà di Chiara, descriveva ai carabinieri l’oggetto sparito’ dal garage della villetta di via Pascoli che oggi torna di attualità nelle nuove indagini sull’omicidio di Garlasco, condotte dalla Procura di Pavia. Si tratta dell’unica cosa che la famiglia ha sempre dichiarato mancare dalla villetta di via Pascoli a Garlasco dopo l’omicidio del 13 agosto 2007 e che è compatibile, secondo le perizie, con le ferite sul corpo della vittima. “Era in garage sul davanzale in marmo della finestra” aveva aggiunto il padre di Chiara, escludendo che fosse stato portato via dalle persone che lo avevano aiutato a risistemare l’abitazione dopo il delitto. Ieri nel canale di Tromello, nel Pavese, carabinieri e vigili del Fuoco hanno trovato alcuni oggetti ritenuti interessanti da valutare come possibile arma del delitto, come ha riferito il programma Chi l’ha visto? Il martello trovato ieri, che ha comunque caratteristiche molto comuni, è stato sequestrato e sarà sottoposto a verifiche e analisi per per valutarne la compatibilità con quello descritto dal padre della vittima. L’attrezzo è stato trovato proprio nei 300 metri in cui si concentrate le ricerche di carabinieri e vigili del fuoco – iniziate ieri mattina – dopo la testimonianza di un uomo che, dopo quasi 18 anni di silenzio, ha parlato di una ragazza che ha gettato un oggetto metallico. Gli inquirenti cercavano un attizzatoio da camino. Al momento tra gli inquirenti, comunque, la cautela è massima. Per stabilire se ci sia un collegamento tra l’oggetto e il delitto, e si tratti davvero dell’arma utilizzata quella mattina del 13 agosto, dovranno essere effettuate approfondite analisi. I carabinieri sono alla ricerca di indizi utili alla nuova inchiesta sull’omicidio. Andrea Sempio è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a 26 anni. ”Il canale è stato ripulito dal Comune circa otto anni fa”, raccontano alcuni residenti. “Con una barca apposta sono passati, hanno messo tutto lo sporco a riva e ho visto mentre lo ripulivano”, racconta la signora Antonella, il cui giardino si affaccia sul canale, dal lato opposto rispetto a quello della casa della famiglia Cappa, imparentata con Chiara Poggi. I residenti inoltre riferiscono delle loro pulizie periodiche dei tratti della roggia che affaccia sulle rispettive case, ”per fermare la crescita delle piatte, in modo che non ostruiscano il fosso”, racconta un abitante. All’alba di ieri mattina i carabinieri di Milano hanno perquisito la casa di Andrea Sempio. I carabinieri si sono recati anche nell’abitazione dei genitori dell’uomo. Durante la perquisizione in casa di Sempio sono stati sequestrati telefoni e pc. I carabinieri di Milano, su delega della Procura di Pavia, hanno setacciato alcuni campi nell’area di Tromello, comune che confina con Garlasco, alla ricerca della possibile arma del delitto, per cui è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’allora fidanzato Alberto Stasi. Da quanto si è saputo, Sempio, con a fianco uno dei suoi legali, l’avvocata Angela Taccia, si è mostrato “tranquillo” e ha dato “piena disponibilità” alle attività di perquisizione dei carabinieri. La madre di Sempio, che ha alcuni problemi di salute, avrebbe pianto. “Il decreto di perquisizione è generico, non c’è qualcosa da cercare di preciso”, afferma Angela Taccia, uno dei legali di Andrea Sempio: “Sono indagini tradizionali a tappeto che vanno avanti” ha aggiunto.
Garlasco, oggi incidente probatorio. L’sms di Paola Cappa: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”
