Fonti mediche hanno riferito ad Al Jazeera che 121 persone sono state uccise dai martellanti attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza dall’alba al pomeriggio di ieri, in una sanguinosa escalation che sta aggravando la catastrofe umanitaria nell’enclave assediata.Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha dichiarato ai giornalisti ad Antalya di essere “preoccupato” per la situazione umanitaria a Gaza, mentre è ancora in vigore, da quasi due mesi e mezzo, il blocco israeliano agli aiuti umanitari. Rubio ha riferito di aver discusso della questione con il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante una telefonata. Rubio ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti non sono immuni alle sofferenze della popolazione di Gaza, dove non arrivano aiuti umanitari dal dal 2 marzo. Massicci attacchi aerei israeliani hanno colpito la città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, durante la notte fino, uccidendo oltre 50 persone in una seconda notte consecutiva di intensi bombardamenti; un altro raid aereo nel nord del territorio palestinese ha causato la morte di oltre una dozzina di persone, hanno riferito le autorità. Lo riferisce l’agenzia di stampa AP. Tra i deceduti figura un giornalista della rete televisiva qatariota Al Araby TV: la rete ha annunciato sui social che Hasan Samour è stato ucciso insieme a 11 membri della sua famiglia in uno dei bombardamenti su Khan Younis. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), secondo quanto riportato da Asharq Al-Awsat, avrebbe chiesto alla dirigenza del suo movimento, Fatah, di fare pressioni su Hamas – direttamente o attraverso Paesi terzi – affinché si impegni in un dialogo diretto con l’Autorità palestinese. Abbas spera di giungere a un accordo complessivo grazie al quale Hamas entri a far parte del sistema politico palestinese. Parlando in precedenza, Basem Naim ha dichiarato a Sky News che Hamas sarebbe disposto a rinunciare incondizionatamente al controllo di Gaza se le fazioni palestinesi riuscissero a unirsi in un unico organismo nazionale. Fonti citate da Asharq Al-Awsat hanno riferito che Abbas intende “voltare pagina e passare a una nuova fase, trasformando Hamas in un partito politico, attraverso il quale trasferirebbe il controllo della Striscia di Gaza all’Autorità Palestinese ed eseguirebbe le sue decisioni, le sue istituzioni e le sue legge”. Più di sessanta tra operatori umanitari, giornalisti e parlamentari italiani ed europei partiranno oggi per Rafah, con una carovana solidale che chiede l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, dove non arriva nulla dal due marzo. La delegazione è composta da rappresentanti di Aoi, Arci, Assopace Palestina, Acs, 14 parlamentari, 3 eurodeputati, e giornalisti. Il 16 maggio la delegazione comincerà i lavori al Cairo, dove incontrerà la diaspora palestinese, l’ambasciata e la popolazione sfollata dal genocidio che rimane in condizione di sicurezza molto precaria. Lì riceveranno i lasciapassare dalle autorità per attraversare il Sinai militarizzato e dirigersi al lato egiziano del valico di Rafah. Cecilia Strada, eurodeputata, dice che “la Commissione europea e il Consiglio Ue devono recidere gli accordi di collaborazione con Israele e imporre un embargo sulle armi, smettere di venderle allo stato ebraico e di comprarne le tecnologie». Alfio Nicotra, dell’Associazione ong italiane (Aoi) ricorda “tutti i colleghi tra operatori umanitari, cooperanti e giornalisti che hanno perso la vita dall’inizio del genocidio, svolgendo il loro lavoro di aiuto e di racconto della verità. E ai vivi, che rimangono un faro in questo tunnel dell’orrore”.
Raid israeliani a Gaza, 120 morti in 24 ore. Rubio “preoccupato”. Hamas: la Striscia non si vende
