Lo scontro tra i leader, rappresentato dalle dichiarazioni di Giorgia Meloni e Emmanuel Macron, evidenzia le differenze di visione e strategia riguardo all’impegno militare e alle modalità di supporto a Kiev. Meloni ribadisce la posizione italiana, contraria all’invio di truppe in Ucraina e alla partecipazione a formati con obiettivi non condivisi, sottolineando la volontà di sostenere la pace senza coinvolgimenti militari diretti. Macron, invece, chiarisce di non aver mai discusso dell’invio di truppe, mantenendo una posizione più cauta e diplomatica. Le immagini e i momenti simbolici, come l’inginocchiamento di Edi Rama e le sneakers bianche, sottolineano il clima di incontri formali e simbolici che caratterizzano il vertice. La presenza di leader come Erdogan e Zelensky, insieme alle assenze di Putin e di Meloni al tavolo di negoziazione turco, evidenziano le dinamiche di esclusione e inclusione nelle trattative di pace. Il discorso della Meloni si distingue per l’enfasi sui valori europei, sulla storia e sull’importanza dei Balcani, rafforzando l’idea di un’Europa unita e con una strategia di inclusione regionale. I colloqui collaterali e le riunioni con altri leader europei e regionali mostrano il continuo impegno diplomático italiano e il ruolo di stimolo verso un’Europa più coesa e determinata. In sintesi, il summit di Tirana si conferma come un momento chiave per le sfide europee, con le tensioni tra Francia e Italia a rappresentare le diverse visioni di come affrontare la crisi ucraina e le future strategie di integrazione e sicurezza del continente.
Ucraina, Meloni assente dal vertice: “Noi contrari a invio di truppe”. Macron: “Non ne abbiamo mai parlato”
