Gli inquirenti che nell’ultima settimana hanno spinto sull’acceleratore delle nuove indagini – con perquisizioni a casa di Sempio e dei genitori e la ricerca dell’arma del delitto nel canale di Tromello – oggi sono pronti a svelare qualche asso dalla manica, in attesa che l’incidente probatorio possa restituire quel match genetico che per la Procura colloca il sospettato in via Pascoli quando Chiara Poggi viene uccisa. Un cerchio si stringe sempre di più su una rosa di nomi, che – nel più stretto riserbo della Procura – sembra indirizzare verso un’ipotesi di più persone coinvolte nell’omicidio, nel 2007, di Chiara. Stasi, tra i tre, sarà ascoltato come “testimone assistito”. Gli interrogatori da parte dei magistrati di Pavia potrebbero aprire uno spiraglio e quanto meno consentire di capire dove puntano le nuove indagini della ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto del lontano 2007, da una persona “che conosceva bene” e che, certificano le sentenze per cui il fidanzato Alberto Stasi sta finendo di espiare 16 anni di carcere, l’ha (o l’hanno?) aggredita alle spalle, improvvisamente, senza lasciarle il tempo di difendersi. Ed è proprio questa ricostruzione che l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano (che si sono incontrati) sta mettendo in discussione, nella convinzione che il delitto sia stato commesso non da una ma da più persone, tra cui, Andrea Sempio, l’amico del fratello della 26enne assassinata.Una ipotesi fondata non solo, ritiene la Procura, su telefonate sospette, alibi difficili da riscontrare e presunte tracce di Dna che porterebbero al nuovo indagato, ma probabilmente su altri elementi raccolti da inquirenti e investigatori che hanno impresso una accelerata alle attività. Mercoledì scorso, oltre a una serie di perquisizioni, è stato dragato un canale a Tromello, non molto lontano da Garlasco, per cercare – su indicazione di un testimone – vicino alla casa dove viveva la nonna delle cugine di Chiara, le gemelle Paola e Stefania Cappa, l’arma di un delitto commesso 18 anni fa. Una roggia di paese dove, come è stato riferito, sarebbero stati trovati, tra l’altro, un martello da muratore e altri oggetti che dovrebbero essere analizzati.
Caso Garlasco, è il giorno della verità: Sempio, Stasi e Poggi dai Pm, cala il velo
