Il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento sul terzo mandato. La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri nel corso della riunione, e con il voto contrario della Lega. Questa possibile mossa si inserirebbe in un quadro più ampio di confronto tra l’autonomia speciale e i principi costituzionali, con implicazioni anche per altre regioni autonome come il Friuli Venezia Giulia. La decisione del governo si basa anche sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale della Campania, varata per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre per un terzo mandato. Secondo la Corte il limite di due mandati serve a preservare l’equilibrio democratico e non può essere aggirato da normative regionali. Ma quel pronunciamento riguardava una regione a statuto ordinario, lasciando un margine di interpretazione aperto per le Regioni e Province autonome, come Trento, che godono, invece, di uno statuto speciale con ampie competenze legislative. La questione produrrà effetti anche sul Friuli Venezia Giulia, anch’essa regione a statuto speciale. Qui anche il presidente Massimiliano Fedriga punterebbe a un terzo mandato. Le elezioni regionali del 2025 potrebbero dunque scaldarsi parecchio sulle questioni del ricambio alla guida delle autonomie speciali e dunque, di riflesso, sulle tensioni interne al centrodestra, con possibili effetti sulle alleanze e sulle strategie elettorali. Fonti presenti al Cdm precisano che non si è svolto un vero e proprio voto sulla questione, ma i ministri del partito di Matteo Salvini avrebbero comunque ribadito la loro contrarietà. Secondo fonti vicine al dossier, l’impugnazione rappresenta uno “strumento tecnico”: dalla riunione – che si sarebbe svolta in un clima definito “tranquillo” – è emerso che “sul terzo mandato si ragiona”. L’obiettivo dell’impugnazione sarebbe dunque quello di fare chiarezza “su un quadro più ampio” dal punto di vista legislativo, in vista di un coinvolgimento di tutte le forze politiche. Ad ogni modo, l’impugnazione, sottolinea all’Adnkronos un’altra fonte governativa, “non è un fatto politico, atteso che il mandato di Fugatti scade nel 2028 e quindi la pronuncia della Corte costituzionale arriverà per tempo”.
Eppure della maretta c’è stata nella riunione. A quanto si apprende sarebbe stato Roberto Calderoli a introdurre il tema, spiegando che si tratta invece di una scelta politica e illustrando le motivazioni per le quali a suo dire occorrerebbe lasciare alle regioni l’autonomia di legiferare su questa materia. Per Fratelli d’Italia è intervenuto il capo delegazione e ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida. Favorevole all’impugnativa si è detto anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il partito di via Bellerio denuncia la violazione dell’autonomia della regione a statuto speciale, “l’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale, questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza”, l’avvertimento. Viene dunque considerata una “ingerenza” quella dell’esecutivo, “un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica”, l’accusa del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. “Oggi il Cdm ha sancito la crisi di questa maggioranza”, commenta il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. “La maggioranza di Meloni è andata in pezzi direttamente in Consiglio dei ministri”, sostiene il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Il centrodestra, inoltre, si trova a dover sbrogliare la matassa in Regione Friuli, dopo che gli assessori di Lega, lista Fedriga e Forza Italia hanno rimesso nelle mani del governatore le proprie deleghe. “È evidente perché è nata questa crisi: più volte – ha osservato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, a margine del Festival delle Regioni di Venezia – sono state fatte dichiarazioni lontane dalla realtà rispetto all’azione” della Regione, “penso che abbiamo dato un contributo importante allo sviluppo della regione, ci piacerebbe continuare a farlo, ma non sono disposto a scendere ai compromessi di una vecchia politica che guarda ai posizionamenti e non è disposta a dare risposte a i cittadini”.