Il ritrovamento di un ordigno bellico a circa dieci miglia dalla costa di Fiumicino ha suscitato attenzione e preoccupazione tra le autorità e la comunità locale. Durante un’attività di controllo nelle acque antistanti Fiumicino, è stato individuato un residuato bellico che, dopo il recupero parziale, si è sprofondato sul fondo marino a circa sette metri di profondità. Le operazioni di gestione dell’ordigno sono state condotte nel rispetto delle misure di sicurezza previste. Inizialmente, l’ordigno è stato issato a bordo di un mezzo specializzato, ma per motivi di sicurezza è stato rimesso in mare e trainato verso terra, con l’obiettivo di portarlo a circa un miglio dalla costa per consentire una bonifica più sicura e controllata. Durante il traino, la cima si è spezzata, causando l’affondamento dell’ordigno sul fondale marino. Immediatamente sono state adottate le misure di sicurezza, delimitando e circoscrivendo l’area interessata, che attualmente non presenta rischi per la navigazione, come confermato dai primi accertamenti. Sul luogo sono intervenuti i sommozzatori dello Sgro, il Servizio di Guardia Recupero Ordigni, una struttura militare altamente specializzata in operazioni di bonifica di residuati bellici in ambiente subacqueo. Questi esperti, coordinati dal Ministero della Difesa e dalla Marina Militare, operano con competenze specifiche nel settore EOD (Explosive Ordnance Disposal). La presenza di altri residuati bellici, tra cui una bomba di grandi dimensioni scoperta pochi giorni fa durante i lavori per il nuovo porto commerciale di Fiumicino, evidenzia come questa zona sia interessata da un fenomeno noto, legato alle tracce del passato bellico e alle attività di dragaggio e scavo. Le operazioni di bonifica, che prevedono il possibile brillamento degli ordigni in mare aperto, sono in fase di organizzazione e verranno eseguite con il massimo livello di sicurezza, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto e delle forze specializzate. Tali interventi sono fondamentali per garantire la sicurezza di persone e imbarcazioni e per prevenire eventuali rischi futuri. Il ritrovamento non ha causato interruzioni alle attività portuali o al traffico marittimo, ma ha riacceso l’attenzione sulla presenza di residuati bellici lungo le rotte della costa laziale. Le autorità ribadiscono l’importanza della collaborazione dei cittadini: in caso di oggetti sospetti, è fondamentale non toccarli e contattare immediatamente le autorità competenti, come la Guardia Costiera, per garantire un intervento rapido e sicuro. L’area interessata resta sotto costante sorveglianza fino al completamento delle operazioni di bonifica, che si prevede si concludano nel rispetto delle procedure di sicurezza e delle normative vigenti. La gestione di questi residuati rappresenta una sfida importante per le autorità, che continuano a monitorare e intervenire per tutelare la sicurezza pubblica e ambientale lungo le coste della regione Lazio.