mercoledì, Maggio 21, 2025

Garlasco: “L’impronta del palmo di Sempio sul muro delle scale vicino al cadavere di Chiara”

Una impronta, compatibile con quella del palmo di Andrea Sempio, sarebbe stata rilevata sul muro delle scale che conducono alla taverna della villetta di via Pascoli a Garlasco, proprio nei pressi del luogo in cui, il 13 agosto 2007, fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Lo rivelano gli ultimi accertamenti disposti dalla Procura di Pavia. Una impronta che avrebbe dovuto essere al centro dell’interrogatorio che però non è avvenuto perché Sempio non si è presentato in procura trincerandosi dietro un cavillo legale. La scoperta dell’impronta attribuibile a Sempio emerge da una recente consulenza dattiloscopica, nell’ambito delle nuove indagini sul caso. L’impronta sarebbe stata individuata grazie a tecnologie più avanzate e sarebbe attribuibile all’indagato nel delitto di Garlasco, amico del fratello di Chiara Poggi e frequentatore abituale dell’abitazione. La presunta impronta di Sempio si trova sulla parte destra delle scale dove fu rinvenuto il cadavere. È la traccia classificata come numero “33” sulla scena del crimine e repertata dal Ris di Parma. “E’ logico-fattuale che l’impronta sulla parete delle scale appartenga all’assassino”. Lo scrivevano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano in un’annotazione del luglio 2020, parlando di quel “contatto papillare numero 33”, ossia dell’impronta del palmo di una mano che, all’epoca delle prime indagini sull’omicidio di Garlasco del 2007, era stata definita “totalmente inutile ad un esame dattiloscopico”. Impronta che ora, nelle nuove indagini su Andrea Sempio e attraverso una consulenza disposta dai pm di Pavia, è stata attribuita all’amico del fratello di Chiara Poggi.
L’informativa del 2020 faceva parte del fascicolo che fu archiviato quello stesso anno, di fatto la seconda archiviazione per Sempio, anche se formalmente non era indagato come nel 2016-2017. I carabinieri scrissero cinque anni fa che su quella impronta sulla parete destra della scala non venne fatta nemmeno una indagine “biologica” per accertare se la mano fosse sporca di sangue. Le comparazioni dattiloscopiche su quella traccia numero 33, si legge nella relazione del Ris dei carabinieri dell’epoca della prima inchiesta, non erano state effettuate perché era “completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti”.
Anche l’impronta di un carabiniere e di Marco Poggi E anche l’esito del “combur test” era stato “dubbio”. Dalla relazione dell’epoca era emerso, inoltre, che sulle pareti destra e sinistra della scala, dove in fondo fu trovato il corpo di Chiara, erano state repertate 25 impronte, sia palmari che digitali. La gran parte classificate con utilità “nessuna” per gli accertamenti. E oltre a quelle attribuite ad un investigatore che lavorò sulla scena del crimine, ce ne era anche una, sempre sulla parete destra, del pollice destro di Marco Poggi, che ovviamente viveva in quella casa.

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