Parole agghiaccianti risuonate in aula, quelle registrate nei messaggi vocali inviati da Gianluca Molinaro a Manuela Petrangeli, pochi giorni prima del femminicidio. “Ti rovino, ti ammazzo”, avrebbe detto l’uomo, oggi a processo per aver ucciso l’ex compagna lo scorso 4 luglio 2024. L’udienza, che si è tenuta davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma, è stata carica di tensione e dolore, mentre il pubblico ministero ha ripercorso i momenti che hanno preceduto l’omicidio. Molinaro, ex guardia giurata, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, atti persecutori e detenzione abusiva di arma da fuoco. La sua richiesta di rito abbreviato è stata respinta: il processo proseguirà con rito ordinario. Rischia l’ergastolo. In aula sono stati ascoltati anche i carabinieri intervenuti sulla scena del crimine e quelli presenti quando Molinaro si è costituito spontaneamente, consegnando l’arma e confessando l’omicidio. I militari hanno riferito di un uomo “lucido e determinato”, che non ha mostrato segni di pentimento. Secondo la ricostruzione, l’imputato avrebbe atteso Manuela sotto casa, nel quartiere Portuense, per poi affrontarla e spararle a bruciapelo. Era convinto che lei lo avesse “umiliato” e “distrutto”, come emerge dai messaggi audio esaminati dagli inquirenti, alcuni dei quali inviati anche ad amici comuni. Nel frattempo, proprio nel quartiere dove viveva Manuela, è stato inaugurato un nuovo centro antiviolenza che porta il suo nome. È il quindicesimo attivo a Roma, un luogo di ascolto e supporto per le donne in difficoltà. Un gesto simbolico, ma concreto, per non lasciare che il ricordo della 51enne uccisa da chi diceva di amarla svanisca nel silenzio. La prossima udienza è fissata per giugno, quando si entrerà nel vivo dell’istruttoria dibattimentale. I familiari di Manuela, assistiti da un legale, hanno chiesto di costituirsi parte civile, determinati a far valere i diritti della vittima fino in fondo.
