Si è consegnato alla giustizia il terzo uomo della banda coinvolta nel tentato furto di via Cassia 1004, culminato nella morte di Antonio Ion Ciurciumel, colpito dai proiettili sparati dalla guardia giurata Antonio Micarelli. Il 36enne cittadino romeno, latitante da settimane e ricercato in tutta Europa, si è costituito spontaneamente a Roma, dopo l’intervento della fidanzata e dei familiari che lo hanno convinto a farsi avanti. Secondo gli inquirenti, l’uomo aveva il ruolo di “palo” la notte della tragedia. Ora è rinchiuso nel carcere di Rebibbia, interrogato e formalmente arrestato. Con lui salgono a tre i presunti complici di Ciurciumel fermati: gli altri due erano stati arrestati due mesi fa. Ma il caso non si chiude qui. Le indagini dei carabinieri e della Procura di Roma proseguono serrate. Sarebbero stati dieci i colpi esplosi quella notte. Micarelli ha sempre sostenuto di aver sparato per legittima difesa, ma le telecamere di sorveglianza raccontano un’altra storia. Per il giudice per le indagini preliminari, Rosalba Liso, Micarelli si è “atteggiato a giustiziere”. E ora dovrà rispondere di omicidio volontario. Una vicenda che scuote Roma e accende il dibattito sulla sicurezza, la giustizia fai-da-te e i confini tra autodifesa e vendetta. La città resta con il fiato sospeso, mentre la verità, tra ombre e proiettili, continua a emergere.