L’Idf sta indagando su un attacco con drone effettuato ieri sera a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, in cui sarebbero morti nove bambini. Secondo i media palestinesi, l’attacco ha colpito un’abitazione a Khan Younis, uccidendo nove bambini della stessa famiglia, tutti di età inferiore ai 12 anni. Il padre e uno dei bambini, di 11 anni, sono rimasti gravemente feriti. La madre, Alaa Najjar, pediatra presso l’ospedale Nasser, era in servizio al momento dell’attacco. In risposta a queste segnalazioni, Idf conferma di aver effettuato un attacco a Khan Younis, affermando di aver preso di mira diversi sospettati identificati in un edificio vicino al luogo in cui operavano le truppe di terra. “L’area di Khan Younis è una zona di combattimento pericolosa che Idf ha ordinato ai civili di evacuare per la loro sicurezza prima dell’inizio dell’operazione delle truppe”, afferma l’esercito, riferendosi all’avvertimento di lunedì. “Le accuse di danni a civili non coinvolti sono in fase di verifica”. L’offensiva militare su Gaza continua, ma da Tel Aviv potrebbe arrivare una svolta nella gestione degli aiuti umanitari. Dopo settimane di critiche e sollecitazioni da parte della comunità internazionale, Israele sta valutando l’ipotesi di allentare il controllo totale sulla distribuzione degli aiuti alla popolazione dell’enclave palestinese. È quanto emerge da una lettera visionata dall’Associated Press, che apre a un possibile cambiamento di linea da parte del governo israeliano. Mentre aumenta la pressione per far arrivare più aiuti a Gaza, Israele sembra cambiare rotta e potrebbe lasciare che i gruppi umanitari che operano nell’enclave martoriata continuino a occuparsi dell’assistenza non alimentare, lasciando la distribuzione alimentare a un gruppo di recente costituzione sostenuto dagli Stati Uniti, secondo una lettera ottenuta dall’Associated Press, citata dai media internazionali. Gli sviluppi indicano che Israele potrebbe fare marcia indietro sui suoi piani di controllare rigorosamente tutti gli aiuti a Gaza e impedire alle agenzie umanitarie da tempo presenti nel territorio di distribuirli come hanno fatto in passato.
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