La relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) evidenzia un’espansione significativa delle attività delle organizzazioni criminali nel Lazio, con particolare attenzione a Roma e alle aree del Frusinate e del Sud Pontino. Secondo il rapporto, i tentacoli della ‘ndrangheta si stanno estendendo sempre più nella Capitale, mentre la camorra sta consolidando la propria presenza nel Frusinate e nel sud del Lazio. Il quadro descritto mostra un panorama di pluralismo criminale, dove diverse organizzazioni mafiose – tra cui ‘ndrangheta, camorra e Cosa Nostra – coesistono in modo apparentemente pacifico, formando un tessuto complesso di agglomerati che, pur differenziandosi per struttura e modalità operative, condividono l’uso del metodo mafioso. Questo metodo viene impiegato non solo per il controllo e la spartizione dei mercati illeciti, ma anche per infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale, specialmente a Roma, con l’obiettivo di riciclare e reinvestire capitali di provenienza illecita. Il rapporto sottolinea inoltre come siano in aumento le alleanze tra gruppi criminali italiani e stranieri, con un focus particolare sul traffico di droga e sul riciclaggio di denaro, fenomeni che si stanno diffondendo sul territorio regionale. La capitale, grazie alla sua centralità politica, istituzionale ed economica, rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo di un modello mafioso che combina reati tradizionali – come estorsione, usura e traffico di droga – con strategie di infiltrazione nell’economia legale, rendendo il fenomeno particolarmente complesso e articolato. In sintesi, la relazione evidenzia come le organizzazioni criminali si stiano adattando e rafforzando, sfruttando le peculiarità del territorio romano e circostante per espandere le proprie attività e consolidare il proprio potere, con un impatto significativo sulla sicurezza e sull’economia della regione.






