”Se abbandoniamo Gaza” e ”lasceremo fare Israele”, il rischio è che ”perderemo completamente la nostra credibilità di fronte al mondo”. Lo ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron in visita ufficiale a Singapore. ”È per questo motivo che rifiutiamo il metodo dei “due pesi, due misure”, ha aggiunto il capo dell’Eliseo spiegando che questo ”rifiutò si applica anche alla guerra in Ucraina”, oltre che al conflitto nella Striscia di Gaza.Israele ha accusato il presidente francese Emmanuel Macron di aver intrapreso una “crociata contro lo Stato ebraico”, dopo aver chiesto ai paesi europei di inasprire la loro posizione nei confronti di Israele se la situazione umanitaria a Gaza non fosse migliorata. “Non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una palese menzogna”, ha dichiarato il ministero degli esteri israeliano Gideon Saar in una nota, difendendo i suoi sforzi per consentire l’ingresso degli aiuti. “Ma invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole ricompensarli con uno stato palestinese. Non c’è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre”. Il ministro della Difesa, Israel Katz, durante la sua visita all’insediamento di Sa-Nur, attacca duramente il presidente francese Emmanuel Macron, che oggi ha affermato che il riconoscimento di uno Stato palestinese, a determinate condizioni, è un “dovere morale”. La visita di Katz in Cisgiordania segue l’approvazione da parte del governo israeliano della costruzione di 22 nuovi insediamenti, tra cui il ripristino di Sa-Nur, evacuato nel 2005 contestualmente al disimpegno di Israele dalla Striscia di Gaza. Elogiando la decisione del governo come un “momento storico” per il movimento dei coloni, Katz afferma che rappresenta anche un “chiaro messaggio a Macron e ai suoi amici”. “Riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, e noi costruiremo lo Stato ebraico-israeliano sul campo. La carta verrà gettata nel cestino della storia e lo Stato di Israele prospererà”, ha dichiarato. “Non minacciateci di sanzioni perché non ci metterete in ginocchio”, ha aggiunto sottolineando che “lo Stato di Israele non abbasserà la testa di fronte alle minacce”. Lo riporta il Times of Israel. Un portavoce dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha dichiarato venerdì che “Gaza è il posto più affamato del mondo”, dove “il 100% della popolazione è a rischio di fame”. “È l’unica area demarcata, un paese o un territorio definito all’interno di un paese, dove l’intera popolazione è a rischio di fame. Il 100% della popolazione è a rischio di fame”, ha dichiarato Jens Laerke durante la consueta conferenza stampa delle Nazioni Unite a Ginevra. “Gli aiuti devono essere autorizzati ad entrare a Gaza su larga scala e devono essere distribuiti immediatamente attraverso l’attuale sistema umanitario, per prevenire ulteriori scene di caos e fermare la carestia”. Lo ribadisce ActionAid, che insieme ad altre organizzazioni umanitarie lancia “da settimane l’allarme: il nuovo e controverso meccanismo di distribuzione degli aiuti, gestito dalla Fondazione umanitaria per Gaza, recentemente istituita con il sostegno dei governi statunitense e israeliano, è inadeguato e contrasta con i principi fondamentali dell’azione umanitaria, come imparzialità, neutralità e indipendenza. Inoltre, esiste il rischio concreto che venga utilizzato come strumento per favorire una pulizia etnica, incentivando lo sfollamento forzato e su larga scala della popolazione dal nord al sud della Striscia di Gaza”.
Macron: “Se abbandoniamo Gaza perdiamo credibilità”. Katz: “Stato palestinese finirà nel cestino della storia”
