venerdì, Giugno 6, 2025

Round su nucleare iraniano al Cairo, Teheran: “Non abbiamo nulla da nascondere”

Un rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite (Aiea) del 31 maggio scorso – per ora riservato – mostrerebbe che l’Iran ha accelerato la sua produzione di uranio arricchito al 60%, oltre il limite stabilito dall’accordo che lo vorrebbe invece lontano dalla soglia del 90% necessaria a produrre armi nucleari. Secondo il rapporto, al 17 maggio l’Iran aveva un totale di 408,6 kg di uranio arricchito al 60%, pari ad un aumento di 133,8 kg rispetto ai tre mesi precedenti. “Il considerevole aumento di produzione e accumulo di uranio altamente arricchito da parte dell’Iran, suscita seria preoccupazione”, si legge nel documento dell’Agenzia che giudica per altro “insoddisfacente” la cooperazione di Teheran. “L’Iran ha ripetutamente omesso di rispondere o non è riuscito a fornire risposte tecnicamente credibili alle domande dell’agenzia sullo sgombero dei suoi siti nucleari, il che ha ostacolato le attività di verifica dell’agenzia” in tre siti non dichiarati, ovvero Lavisan-Shian, Varamin e Turquzabad, ha sottolineato. In vista del round al Cairo Rafael Grossi, ha invitato l’Iran a essere “più trasparente” sulle sue attività nucleari. “Non abbiamo nulla da nascondere” ha invece risposto dal Cairo il ministro degli Esteri, capo negoziatore per il nucleare iraniano Abbas Araghchi, intervenuto in conferenza stampa con l’omologo egiziano Badr Abdelatty. L’arricchimento è “pacifico” e usato solo per fini civili, e la Repubblica islamica “è pronta a fornire garanzie a chiunque”, ha rimarcato. Iran e Usa hanno tenuto finora cinque round di colloqui (due dei quali anche a Roma e in Oman), nel tentativo di trovare un accordo sul programma nucleare. Tuttavia Araghchi ha chiarito che “se l’obiettivo dei negoziati è ottenere rassicurazioni e fiducia sul fatto che l’Iran non stia cercando di dotarsi di armi nucleari, allora raggiungere un accordo è possibile”, “ma se – invece – l’obiettivo è privare l’Iran delle sue attività pacifiche, allora certamente non si raggiungerà alcun accordo”. Sul tavolo pesano le recenti parole del presidente americano Donald Trump secondo cui l’Iran dovrebbe sospendere completamente l’arricchimento dell’uranio e inserire il suo programma in un più ampio consorzio regionale. Ma secondo il capo dell’organizzazione per l’Energia Atomica della Repubblica islamica sciita, Mohammad Eslami, “nessuno può negare il diritto dell’Iran all’arricchimento, poiché esso è il fondamento dell’industria nucleare del paese ed è quindi una linea rossa non negoziabile”. Eslami ha chiesto agli Stati Uniti di fornire garanzie “sulla rimozione delle sanzioni” che attanagliano il Paese dopo che il Jcpoa (patto sul nucleare iraniano ideato da Barak Obama nel 2015) fu stracciato unilateralmente nel 2018 proprio per volere dello stesso tycoon. Una storia che da allora si allunga di anno in anno e che per ora non trova soluzione. Per non parlare del conflitto in corso nella regione mediorientale, dove gli ayatollah sono accusati di condurre una “guerra ibrida” contro quello che considerano il loro nemico numero uno: Israele. Ieri sera intervenendo alla televisione di Stato, Eslami ha respinto il rapporto dell’Aiea definendolo “legalmente infondato, redatto solo per compiacere Israele” e sottolineando l’“approccio illogico” da parte americana. L’Aiea non molla, il prossimo appuntamento è per il 9 giugno a Vienna.

Articoli correlati

Ultimi articoli