Il decreto Sicurezza è legge: il provvedimento è stato convertito al Senato, dopo l’approvazione alla Camera del 29 maggio scorso, e la decisione del governo di porre la questione di fiducia, confermata con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. “Con l’approvazione definitiva del decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa”: lo scrive, in un post su X, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il decreto sicurezza è legge. Un provvedimento strategico, fortemente voluto da questo Governo, che introduce nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo, garantire una maggiore protezione dei cittadini, in particolare dei più fragili, e valorizzare il lavoro quotidiano delle nostre Forze dell’ordine” scrive il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, su X. L’approvazione del decreto Sicurezza spinge il deputato di Forza Italia Tullio Ferrante a sottolineare soprattutto il rafforzamento dei “presidi di legalità e di tutela dell’ordine pubblico a garanzia dei cittadini. Un provvedimento necessario per assicurare lo Stato di diritto, che si fonda sulla salvaguardia delle libertà di ciascuno e sul rispetto della legge”. Il sottosegretario del Ministero dei Trasporti saluta poi con soddisfazione l’entrata in vigore della legge a maggior ragione per “l’inasprimento delle pene per i reati commessi nelle vicinanze delle stazioni ferroviarie, metropolitane o a bordo dei treni”, con cui “si tutelano i milioni di cittadini che ogni giorno viaggiano e hanno il diritto di sentirsi al sicuro quando utilizzano un mezzo pubblico di trasporto”. “Così come è sacrosanto perseguire chi blocca strade o ferrovie: se è legittimo il dissenso, non è tollerabile impedire il diritto alla mobilità con condotte che ostacolano la libera circolazione”. Ferrante conclude ricordando che “Forza Italia e il centrodestra lavorano per dare risposte serie, equilibrate ed indifferibili a legittime e sacrosante istanze dei cittadini”. Una seduta segnata dalle polemiche, dalla bagarre e dallo scontro con le opposizioni: queste ultime, durante l’intervento della senatrice leghista Nicoletta Spelegatti, sono state accusate di fare “un teatro dell’assurdo” e di “non ascoltare”. Parole sottolineate dalle proteste provenienti, in particolare, dai banchi di M5s e Pd. “Facciamo vedere come si ascolta!” ha detto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, al termine dell’intervento della senatrice Spelegatti, quando a prendere la parola è stato il dem Andrea Giorgis. E, invece di protestare come aveva fatto prima l’opposizione, gli esponenti della Lega sono rimasti in silenzio per tutto l’intervento del capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali. Tensioni si sono avute soprattutto durante l’intervento del senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia: “Per chi propugna la dottrina Salis e porta in Parlamento chi predica le occupazioni abusive – ha detto Balboni -, capisco che preferite stare dalla parte della criminalità organizzata anziché della povera gente”. L’esponente della maggioranza è stato poi censurato dalla presidente di turno Rossomando (“Non si può equiparare l’opposizione alla criminalità organizzata”, ha detto la dem). “Chiedo scusa se qualcuno si è offeso per la mia figura retorica” ha poi detto il senatore di Fdi, continuando il suo intervento. “State dalla parte degli agenti feriti – ha domandato retoricamente Balboni – o dei manifestanti?”. Parole che hanno acceso ancora di più lo scontro. Il senatore FdI ha fatto riferimento, in chiusura, alle accuse rivolte ad alcuni esponenti dell’opposizione di “essere andati a trovare in carcere i mafiosi”.
Il decreto sicurezza è legge. Al Senato forte scontro con le opposizioni: “Svolta autoritaria”
