L’esercito israeliano ha annunciato in tarda serata di aver effettuato raid sulla Siria meridionale, poco dopo aver reso noto che due razzi lanciati dal Paese vicino verso il territorio israeliano erano caduti in zone disabitate senza causare danni. “Poco fa, l’artiglieria ha colpito la Siria meridionale a seguito del lancio di proiettili verso il territorio israeliano”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato. Poco dopo che i due razzi provenienti dalla Siria avevano colpito territori israeliani, il ministro della Difesa dello Stato ebraico Israel Katz aveva dichiarato a Times of Israel, di considerare il leader siriano Ahmad al-Shara “direttamente responsabile di ogni minaccia e lancio di razzi verso il nostro paese”. La Siria condanna l’attacco israeliano, affermando che ha causato “pesanti perdite umane e materiali” e ha violato la sovranità siriana “in un momento in cui abbiamo più che mai bisogno di calma e soluzioni pacifiche”. “Chiediamo alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità per fermare questi attacchi e di sostenere gli sforzi volti a ristabilire la sicurezza e la stabilità in Siria e nella regione”, ha spiegato il ministero degli Esteri di Damasco. La Siria – prosegue la nota del ministero siriano – “non ha mai rappresentato e non rappresenterà una minaccia per alcuna parte nella regione” e sta lavorando per contenere gli attori armati non statali nel sud del paese.Sono 58 i palestinesi morti in varie zone di Gaza ieri, di cui almeno 27 uccisi dal fuoco israeliano nelle vicinanze di un centro di distribuzione di aiuti a Rafah, nel sud della Striscia. Così hanno riferito fonti ospedaliere rilanciate da al-Jazeera, insieme al bilancio fornito da Mahmud Bassal, portavoce dell’agenzia di difesa civile gestita da Hamas. La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l’organizzazione privata e voluta da Israele per gli aiuti umanitari nella Striscia, ha annunciato che i centri di distribuzione saranno chiusi oggi e ha avvertito che l’accesso a questi luoghi sarà “severamente vietato”. “I centri di distribuzione saranno chiusi per motivi di organizzazione e miglioramento dell’efficienza”, ha scritto la fondazione sui social media. L’organizzazione ha aggiunto che “a causa dei lavori di ammodernamento in corso, l’accesso alle aree dei centri sarà severamente vietato”. Avichay Adraee, portavoce arabo dell’esercito israeliano, ha ripubblicato il messaggio della Ghf e ha aggiunto che “sarà vietato viaggiare sulle strade che portano ai centri di distribuzione, considerate zone di combattimento”. La Gaza Humanitarian Foundation ha assicurato che riprenderà le operazioni di distribuzione degli aiuti giovedì.”La politica di Netanyahu rischia di far crescere generazioni di terroristi che colpiscono gli amici di Israele in tutto il mondo”. A dirlo, in un’intervista alla Stampa, è il ministro della Difesa, Guido Crosetto che sottolinea come la sua posizione di condanna verso Netanyahu sia la “stessa della presidente del Consiglio, del ministro degli Esteri, del governo. Nonché di Sergio Mattarella, nelle cui parole ci riconosciamo tutti”.
Sulla possibilità di sospendere l’accordo di associazione dell’Ue con Israele risponde: “Non capisco cosa c’entra far pagare i drammatici e ingiustificabili errori del governo Netanyahu a un popolo o ad una nazione. Noi restiamo amici del popolo e dello Stato di Israele”.
Quanto al vertice di Istanbul dice: “Dopo anni di impossibilità per ogni tipo di dialogo, è positivo ci si sieda attorno a un tavolo e si parli di liberare i prigionieri e far tornare i bambini alle loro famiglie”. Poi sottolinea: “Il rubinetto per chiudere la crisi è nelle mani di una sola persona, Putin. Lui ha iniziato la guerra, lui prosegue l’offensiva sul terreno, lui non pare intenzionato a una trattativa vera”.
E riguardo all’Italia afferma: “Nei volenterosi ci siamo stati e in tutti i vertici. Io stesso ho mandato i nostri militari. E abbiamo sempre detto che non aveva senso programmare missioni sul suolo ucraino finché non ci fosse stata una tregua”.
Israele bombarda in Siria, “pesanti perdite umane”. A Gaza la strage degli affamati: 58 morti
