domenica, Giugno 8, 2025

Csp, nubi rosse all’orizzonte

La situazione finanziaria di Civitavecchia Servizi Pubblici srl è ormai in una fase critica, con numeri che segnalano un’elevata emergenza. Dopo anni di relativa stabilità, il primo trimestre del 2025 si conclude con una perdita di 365.763 euro, mettendo sotto pressione il bilancio della società. Il capitale netto, recentemente tornato positivo, si è ridotto da oltre 600mila euro a circa 250mila euro, rischiando di scendere sotto la soglia minima richiesta dalla normativa, con il rischio di dover ricorrere a nuovi interventi da parte del Comune, socio unico. Tuttavia, ci sono limiti legali e normativi che impediscono interventi di soccorso finanziario senza un piano industriale sostenibile. La situazione patrimoniale è aggravata da un margine operativo negativo di oltre 170mila euro e un risultato operativo di -357mila euro, oltre a un’elevata esposizione debitoria: quasi l’88% degli impieghi sono passività correnti e l’autonomia finanziaria è ai minimi storici (2,98%). Il problema principale è di natura finanziaria: la società affronta criticità di cassa, pagamento ai fornitori e, in prospettiva, di stipendi. La situazione si complica ulteriormente con l’incertezza sulla gara portuale per l’affidamento del servizio di navettamento crocieristi, che rappresentava una delle poche entrate stabili e redditizie, e che ora rischia di essere persa o ridimensionata, aggravando ulteriormente il bilancio. Il futuro della Csp dipende dall’esito della proroga o riassegnazione di questi contratti e dalla possibilità di riqualificare i servizi, soprattutto quelli in scadenza al 31 dicembre, che devono passare attraverso procedure pubbliche che portano incertezza sui soggetti affidatari (pubblici o privati). La società sta anche sostenendo spese per consulenze di dubbia utilità, e ha iniziato a licenziare interinali senza un piano di razionalizzazione chiaro. Inoltre, il debito verso i fornitori ha superato i 3,4 milioni di euro, e ci sono criticità anche sul fronte fiscale e previdenziale. La possibilità più concreta è che si possa registrare una perdita semestrale tale da azzerare il capitale netto, portando al rischio di liquidazione se il Comune non potrà intervenire, purtroppo limitato dalle normative. Per uscire da questa crisi, è indispensabile aggiornare e accelerare il piano industriale di medio periodo, altrimenti si rischia un lungo periodo di commissariamenti e tagli ai servizi pubblici, con pesanti ripercussioni su cittadini e occupazione. La mancanza di interventi efficaci e tempestivi da parte dell’amministrazione, nonostante le preoccupazioni già espresse, lascia insoddisfatta la prospettiva di un ritorno a stabilità. Rimane quindi prioritaria una strategia di razionalizzazione e rinnovamento, che può prevedere anche il coinvolgimento di altri soggetti e la revisione dei contratti in scadenza, per evitare che il fallimento diventi inevitabile.

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