“Quell’uomo era violento e la donna non voleva farlo avvicinare alla sua bambina”. Sono parole emerse dalle testimonianze raccolte tra chi frequenta le mense dei poveri o bivacca nei parchi di Roma, come Villa Doria Pamphili e la zona di San Pietro. Anche i dipendenti del mercato San Silverio hanno raccontato di aver notato la coppia e la loro bambina di pochi mesi. La storia burrascosa e difficile di quella mamma, trovata morta quasi una settimana fa, nascosta da un sacco nero, tra le sterpaglie, poco distante dal corpicino senza vita di sua figlia di pochi mesi, è stata ricostruita dagli inquirenti attraverso tante, spesso vaghe, testimonianze di quel mondo di invisibili, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza che le ritraevano spesso con quell’uomo di ‘carnagione olivastra’ con cui, nel bene e nel male, formavano una famiglia e vivevano per strada, tra i giardini, tra le mense della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio della Capitale. Ma a parlare di quella mamma e figlia sono anche i 40 reperti trovati nell’area in cui bivaccavano, la stessa dove sono stati ritrovati i cadaveri, prelevati dalla scientifica: un reggiseno, il sacco a pelo della donna, un vestitino rosa della bimba finito nel bidone. E poi quella tenda che era la loro casa, riconducibile a un’associazione benefica che ne fa dono ai senza tetto, previa consegna di un documento. Sulle loro identità viene mantenuto il più stretto riserbo per non intralciare la ricerca di quello che si ritiene il presunto assassino, ma da tutti questi indizi gli inquirenti sono risaliti ai nomi dei tre protagonisti di questa tragedia del mondo degli ultimi: tutti americani, ma con un passato diverso. Lei dai capelli chiari e carnagione chiara come la bimba, lui dai forti tratti latini, segno che probabilmente non fosse il padre della bambina. Forse i due si erano conosciuti di recente, incrociandosi tra le strade, le mense, i parchi, in quel mondo di invisibili. Dell’uomo si sono perse le tracce: si ritiene sia riuscito a fuggire all’estero dopo essere – inspiegabilmente – tornato nell’area in cui era stato abbandonato il corpo della donna, già morta, forse per cause naturali, forse no. Ma lì quell’uomo è tornato per lasciare anche il corpo senza vita della bambina, deceduta qualche giorno dopo la madre, come rivelato dall’autopsia, per strangolamento. Da ieri è stato diramato a tutte le forze di polizia internazionali il suo nome: è attualmente ricercato con l’accusa di duplice omicidio aggravato. A dare una dritta determinante alla Squadra Mobile e gli agenti dello Sco, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto procuratore Antonio Verdi, è stata una segnalazione arrivata mercoledì sera al programma tv “Chi l’ha visto?”. Nella trasmissione si è parlato anche del loro caso ed erano stati rilanciati i quattro tatuaggi che la donna aveva in varie parti del corpo. Una telefonata di un telespettatore ha chiamato, ricordando che giorni prima del ritrovamento dei cadaveri aveva visto litigare una donna e un uomo, non lontano da Villa Doria Pamphili. Si era trattato di uno scontro violento tanto che era intervenuta sul posto una volante della polizia. Gli agenti in quell’occasione avevano così identificato quella donna e quell’uomo e si è quasi certi che fossero proprio loro, la vittima e il suo presunto omicida prima della tragedia.